Nel corso di quest’anno, i venditori allo scoperto hanno accumulato profitti significativi, che ammontano a quasi 13 miliardi di dollari, scommettendo contro il settore delle azioni small-cap.
Negli ultimi tempi, un fenomeno interessante ha catturato l’attenzione degli addetti ai lavori e degli investitori del mercato azionario: le crescenti incursioni degli short sellers verso le azioni a piccola capitalizzazione. Queste azioni, spesso trascurate dalla maggior parte degli investitori, stanno diventando un campo di gioco per coloro che cercano di trarre profitto dalle fluttuazioni di mercato.
Nel corso di quest’anno, i venditori allo scoperto hanno accumulato profitti significativi, che ammontano a quasi 13 miliardi di dollari, scommettendo contro il settore delle azioni small-cap, micro-cap e nano-cap. Questi dati emergono da una stima condotta da S3 Partners LLC, basata sulla quantità media di posizioni corte sul mercato. Questa tendenza si contrappone nettamente alle perdite di circa 140 miliardi di dollari derivanti dalle vendite allo scoperto di azioni a media, mega e grande capitalizzazione, che hanno caratterizzato gran parte dell’anno.
Ma quale è la ragione di questa inversione di tendenza? In primo luogo, dobbiamo considerare il contesto in cui si è sviluppato questo fenomeno. Il mercato azionario ha subito una serie di influenze, tra cui l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale, che ha favorito in modo sproporzionato le azioni tecnologiche di maggiori dimensioni, come Nvidia Corp., Meta Platforms Inc. e Tesla Inc. Questi giganti tecnologici hanno guidato gran parte dei guadagni, mentre molte delle azioni del Russell 2000, un indice che segue le aziende più piccole, hanno registrato perdite, mantenendo un modesto guadagno del 5% rispetto al robusto aumento del 16% dell’S&P 500. [...]
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