Quanto è costato il governo Lega-M5s? Cinque miliardi di interessi aggiuntivi sul debito pubblico che continueremo a pagare anche nel 2020
Il governo M5s-Lega nato poco più di un anno fa ci sta lasciando in eredità ben 5 miliardi di interessi extra sul debito pubblico.
A dichiararlo un’interessante analisi pubblicata da Il Sole 24 Ore che ha messo a confronto la situazione nostrana con quella di altre economie europee come la Spagna.
L’indagine è emersa in un momento particolarmente delicato per l’Italia, ormai in piena crisi politica. Domani sarà un giorno campale per le sorti del governo M5s-Lega che in ogni caso verrà ricordato non soltanto per Reddito di Cittadinanza e Quota 100, ma anche per aver lasciato 5 miliardi di interessi extra sul debito, secondo il quotidiano citato.
L’eredità del governo M5s-Lega: un conto salato
L’indagine ha preso in considerazione le emissioni di titoli di Stato di ogni mese e, come confermato dallo stesso quotidiano economico, ha calcolato “il loro costo annuo aggiuntivo rispetto ai rendimenti di durata analoga pagata dai titoli di Stato spagnoli”.
Al centro del dibattito, insomma, sono tornate ancora una volta le forti oscillazioni che negli ultimi mesi hanno interessato il mercato obbligazionario nostrano.
Stando ai risultati dell’analisi, nell’arco di un solo anno il governo del cambiamento ha fatto maturare all’Italia oltre 5 miliardi di interessi aggiuntivi sul debito pubblico così spalmati:
- 2,8 miliardi nel 2019;
- 2,3 miliardi nel 2020.
In altre parole continueremo a scontare questa eredità anche il prossimo anno.
“Un conto che il Paese non avrebbe dovuto pagare se, sui mercati, i BTp e i BoT si fossero comportati come i più tranquilli titoli di Stato spagnoli”.
Ma perché l’Italia sta continuando a pagare rendimenti così eccessivi anche rispetto a economie quali la Spagna, il Portogallo e l’Irlanda, dove essi sono ormai scesi a zero o addirittura sotto lo zero?
Le incertezze derivanti dal populismo e dalla retorica no-euro, ha proseguito l’indagine, non hanno fatto altro che pesare sui titoli di Stato e, più in generale, sul sentiment di mercato.
Al contrario di quanto accaduto nel resto dell’Eurozona, l’Italia non è riuscita a sfruttare le politiche monetarie accomodanti della BCE ed è rimasta (ancora una volta) indietro.
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