Dopo le elezioni europee aumentano gli interrogativi sul futuro del governo Lega-Movimento 5 Stelle: in Parlamento già si parla del 29 settembre come la possibile data delle elezioni politiche anticipate.
Sono ancora calde le urne delle elezioni europee di domenica scorsa, dove si è registrato l’exploit della Lega e il flop del Movimento 5 Stelle, che già gli italiani a breve potrebbero di nuovo recarsi ai seggi questa volta per le politiche.
Tra i corridoi di Camera e Senato infatti, secondo un’indiscrezione riportata da La Stampa, si vocifera di una nuova data da segnare col circoletto rosso: quella del 29 settembre, giorno in cui nel nostro paese potrebbero tenersi delle elezioni anticipate.
Sembrerebbe essere irreversibile la crisi che da settimane attanaglia il governo gialloverde, con i vari colloqui separati post europee avvenuti al Colle e a Palazzo Chigi che non hanno rasserenato il clima nella maggioranza.
Difficile che il premier Giuseppe Conte possa andare avanti se Lega e Movimento 5 Stelle continueranno a farsi opposizione tra di loro. Visto che un chiarimento tra Salvini e Di Maio, quest’ultimo ora al centro anche del voto interno sul suo ruolo di capo politico pentastellato, non sembrerebbe essere all’orizzonte ecco che torna a farsi strada l’ipotesi di elezioni anticipate.
La data del 29 settembre però potrebbe essere un rischio: vista la complessità del Rosatellum nel creare una chiara maggioranza parlamentare, i tempi per approvare la legge di Bilancio entro l’anno sarebbero strettissimi, con l’avvio dell’esercizio provvisorio con tanto di aumento dell’IVA che a quel punto sarebbe inevitabile.
Governo: crisi senza fine tra Lega e 5 Stelle
Continua la crisi nei rapporti tra Lega e Movimento 5 Stelle, con il governo che di fatto è fermo da settimane viste le tensioni che non accennano ad allentarsi tra i due partiti della maggioranza.
Se prima c’era la campagna elettorale per le elezioni europee a bloccare tutto, adesso invece sono i risultati che hanno premiato la Lega e punito i 5 Stelle a generare uno stallo dal quale sembrerebbe essere difficile poterne uscire.
Con il Movimento ancora frastornato dalla scoppola alle urne e alle prese con i dissidi interni, Matteo Salvini ha provato invece a dettare l’agenda di governo anche se il sentore è che tutte le varie proposte fiscali presentate siano soltanto un’anticipazione, o un proseguo, della sua campagna elettorale praticamente permanente.
Anche l’ipotesi di un corposo rimpasto di governo, con il MEF che potrebbe andare alla Lega insieme ad altre importanti poltrone visto il successo elettorale del Carroccio, non sembrerebbe entusiasmare troppo i due vice premier.
Fatto sta che al momento sembrerebbe difficile che il premier Conte possa rimanere a lungo a Palazzo Chigi, ma soluzioni alternative non sembrerebbero esserci visto che nessuno a questo punto vorrebbe subentrare in corsa in uno scenario economico del genere per il paese.
Elezioni anticipate il 29 settembre?
La soluzione migliore, che andrebbe ad accontentare anche i tanti peones che tremano al solo pensiero di dover dire addio alla bambagia romana dopo un solo anno, sarebbe quella di un governo tecnico.
Da tempo si fa il nome di Carlo Cottarelli a riguardo, ma anche qui il problema rimarrebbe lo stesso: quale partito in Parlamento andrebbe a sostenere una nuova manovra “lacrime e sangue”? Sarebbe un suicidio politico.
Nel caso di una fine della maggioranza carioca si potrebbe quindi di nuovo tornare alle urne per le elezioni politiche, con La Stampa che parla del 29 settembre come la data già individuata per questo voto anticipato.
Per l’Italia comunque sarebbe un grosso azzardo: oltre alla novità di una campagna elettorale fatta in buona parte sotto l’ombrellone, c’è sempre la questione delle clausole di salvaguardia da dover disinnescare entro la fine dell’anno.
Senza una maggioranza che in autunno possa imbastire la legge di Bilancio, l’aumento dell’IVA e delle accise sulla benzina sarebbe automatico, ma in generale il nostro paese si andrebbe a esporre ai rischi di una tempesta finanziaria che farebbe schizzare in alto lo spread.
Il sentore è che il governo abbia imboccato un vicolo cieco da cui è molto difficile poterne uscire, un pericoloso limbo in cui da tempo ristagnano i gialloverdi che senza uno scossone non promette nulla di buono per il nostro paese.
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