Governo tecnico oppure elezioni anticipate, dopo un anno Giorgia Meloni si sente già sotto assedio: ecco cosa potrebbe veramente succedere all’esecutivo nei prossimi mesi.
Il governo Meloni rischia di cadere? Cosa potrebbe succedere nel caso? Perché si parla di un ritorno dei tecnici oppure di elezioni anticipate, magari da accorpare alle europee di giugno? Tutte domande queste che gli italiani si staranno facendo dopo aver letto i titoli dei giornali negli ultimi giorni.
Spenta la prima candelina, il governo guidato da Giorgia Meloni sarebbe alle prese con il più grande nemico del centrodestra: lo spread, che già nel 2011 portò alla caduta del Berlusconi IV e all’arrivo di Mario Monti a Palazzo Chigi.
Dopo la presentazione della Nadef - dove è stato messo nero su bianco il taglio delle previsioni di crescita e un aumento del deficit per finanziare la legge di Bilancio 2024 -, si è tornato a parlare in Italia di spread in rialzo e di investitori spaventati, con i rendimenti dei titoli di Stato italiani a 10 anni che sono saliti di 0,17 punti percentuali fino al 4,96%, il livello più alto toccato nell’ultimo decennio.
Lo spread in realtà nell’ultima settimana è salito solo del 3,61% dopo essere sceso del 16,71% nell’ultimo anno, con il differenziale ora a 193 punti base: se dovesse essere superata l’asticella dei 200 punti, l’Italia però potrebbe finire sotto stress e di nuovo “preda” delle turbolenze dei Mercati. In particolare preoccupa il fatto che il nostro Paese continuerà a indebitarsi fino al 2026, anno in cui stando ai piani di Palazzo Tesoro i conti dovrebbero iniziare a rimettersi in ordine.
Sono bastate queste voci di una nuova crisi dello spread per far sobbalzare Giorgia Meloni, descritta come furiosa e al tempo stesso determinata a non far fare al suo governo la fine del Berlusconi IV, esecutivo di cui era anche ministra.
Si è tornati così a parlare di complotto dell’Europa e dei “poteri forti”, con i giornali scatenati a vagliare le più svariate ipotesi: dai tecnici a un governo Crosetto o Panetta, fino alle immancabili elezioni anticipate da accorpare alle europee del prossimo 9 giugno.
Ma il governo Meloni rischia veramente di cadere?
Il futuro del governo Meloni
Per capire se il governo Meloni possa veramente cadere o meno, bisogna partire da due presupposti: la scarsa voglia dei parlamentari di andare a casa prima della fine naturale di una legislatura e le difficoltà numeriche a dare vita a una maggioranza alternativa a quella attuale di centrodestra.
Giorgia Meloni al momento non sembrerebbe avere dubbi: in caso di una crisi di governo dettata dallo spread, la sua volontà sarebbe quella di andare dritti al voto anticipato magari in un election day insieme alle europee, al primo turno delle amministrative e alle regionali in Piemonte. I peones però nella scorsa legislatura hanno dimostrato di essere pronti a sostenere qualsiasi maggioranza pur di salvare lo scranno in Parlamento.
Ecco perché si parla di governi guidati dal ministro Guido Crosetto o da Fabio Panetta, l’economista pronto a diventare il prossimo governatore della Banca d’Italia. Due figure appartenenti all’area del centrodestra ma, nel caso, il problema sarebbe tutto numerico.
Fratelli d’Italia difficilmente potrebbe appoggiare un governo differente da quello Meloni, con la Lega che al tempo stesso mai vorrà lasciare di nuovo campo libero a FdI: l’appoggio a Draghi è costato a Salvini milioni di voti, difficile che il ministro conceda il bis.
Anche il Movimento 5 Stelle ora che c’è Giuseppe Conte alla guida difficilmente potrebbe appoggiare un governo tecnico - a prescindere dal nome del premier -, con Forza Italia, Pd e centristi vari che a quel punto non avrebbero minimamente i numeri per dare vita a una maggioranza di governo.
Questi due fattori - peones contro le urne e mancanza di una credibile maggioranza alternativa - di conseguenza ci suggeriscono che Giorgia Meloni andrà avanti fino a quando avrà il pieno controllo del suo gruppo parlamentare che, essendo il più numeroso come quello dei 5 Stelle nella scorsa legislatura, resta centrale per la formazione di ogni possibile governo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA