Il governo Meloni ancora deve nascere ma già Stati Uniti e Unione europea hanno mandato diversi segnali: su conti pubblici e politica estera niente colpi di coda.
Il centrodestra ha vinto nettamente le elezioni politiche e Giorgia Meloni, salvo colpi di scena, sarà il primo presidente del Consiglio donna della storia del nostro Paese con i tempi per la nascita del nuovo governo che, vista la corsa contro il tempo per approvare la legge di Bilancio entro la fine dell’anno, saranno di conseguenza molto serrati.
Nel prossimo Parlamento il centrodestra potrà contare su una maggioranza solida: 235 deputati su 400 alla Camera e 115 senatori su 200 a Palazzo Madama. I due terzi evocati prima del voto sono lontani, Forza Italia sarà numericamente indispensabile così come la Lega, ma al tempo stesso Meloni avrà delle basi solide su cui poter costruire il proprio esecutivo.
Anche se il “campo largo” del centrosinistra messo insieme teoricamente ha preso più voti, i risultati delle elezioni politiche parlano chiaro: il centrodestra ha vinto e deve governare con il prossimo presidente del Consiglio che non può essere un nome diverso da quello di Giorgia Meloni, altrimenti per gli italiani diventerebbe inutile andare a votare.
Mentre si sta iniziando già a parlare della composizione del possibile governo Meloni e, dentro e fuori i confini nazionali, si discute sul ritorno della destra al potere, da Washington e Francoforte già sono arrivati dei moniti ben precisi su quali binari si dovrà muovere l’azione del prossimo esecutivo.
Governo Meloni, il messaggio arrivato dagli Usa
Come si sono delineati i risultati delle elezioni politiche, da Washington è arrivato un tweet da parte di Antony Blinken, segretario di Stato americano, che è passato abbastanza sotto traccia nei media nostrani.
“Siamo ansiosi di lavorare con il governo italiano sui nostri obiettivi condivisi: sostenere un’Ucraina libera e indipendente, rispettare i diritti umani e costruire un futuro economico sostenibile - ha cinguettato Blinken - L’Italia è un alleato fondamentale, una democrazia forte e un partner prezioso”.
Following yesterday’s Italian elections, we are eager to work with Italy's government on our shared goals: supporting a free and independent Ukraine, respecting human rights, and building a sustainable economic future. Italy is a vital ally, strong democracy, and valued partner.
— Secretary Antony Blinken (@SecBlinken) September 26, 2022
Il sentore è che la Casa Bianca abbia voluto subito ricordare a Giorgia Meloni quelli che sarebbero gli “obiettivi condivisi” di Stati Uniti e Italia: prosieguo del sostegno all’Ucraina sulla scia di quanto fatto in questi mesi dal governo Draghi, niente colpi di coda sui diritti civili e soprattutto sull’economia.
I moniti dell’Ue
Il tema economico, visti i tempi, sarà il primo banco di prova dell’inevitabile governo Meloni che sarà tenuto a battesimo dalla stesura della legge di Bilancio. A riguardo, da Francoforte sembrerebbe essere arrivato un secondo monito per l’Italia.
La numero uno della Bce Christine Lagarde infatti ha voluto sottolineare come lo scudo anti-spread, misura cardine dell’azione comunitaria contro le tempeste dei Mercati, entrerà in funzione solo per i Paesi che seguiranno “quattro criteri: rispetto delle regole di bilancio Ue, assenza di gravi squilibri macroeconomici, sostenibilità del bilancio e politiche macroeconomiche solide e sostenibili”.
Anche in questo caso le parole di Chistine Lagarde sono state lette come un chiaro riferimento all’Italia e al suo prossimo governo. Prima del voto invece è stata Ursula von der Leyen a parlare delle elezioni nel nostro Paese: “Vedremo i risultati delle elezioni. Il mio approccio è che qualunque governo democratico voglia lavorare con noi, ci lavoriamo insieme. Ma se le cose vanno in una direzione difficile - ho parlato del caso di Polonia e Ungheria – abbiamo gli strumenti”.
In sostanza Stati Uniti e Unione europea vorrebbero che Giorgia Meloni non si discostasse dal solco tracciato dal governo Draghi: sarebbe una sorta di paradosso visto che Fratelli d’Italia è stato l’unico grande partito di opposizione, ma su politica estera ed economica Washington e Francoforte già sembrerebbero aver chiarito cosa si aspettano dal prossimo governo.
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