La guerra commerciale USA-Cina affossa l’azionario asiatico. Cosa sta accadendo fra le due potenze?
Torna a far discutere la guerra commerciale USA-Cina.
La scorsa settimana alcuni funzionari di Washington hanno richiesto alle controparti cinesi un incontro particolarmente apprezzato dal mercato.
Gli investitori hanno visto nella richiesta un possibile segnale di scongelamento dei rapporti ed una possibile fine alla guerra commerciale ormai entrata nel vivo.
L’entusiasmo, tuttavia, si è presto dissolto nel momento in cui gli Stati Uniti sono tornati a pianificare l’imposizione di $200 miliardi di nuovi dazi sui beni in arrivo dalla Cina. Tariffe già discusse, che tuttavia potrebbero ora entrare in vigore con qualche modifica rispetto a quanto inizialmente stabilito.
Guerra commerciale: nuovi dazi, ma più leggeri
A riaccendere la tensione e a spaventare i mercati sono state alcune indiscrezioni di stampa iniziate a circolare nella giornata di ieri, domenica 16 settembre. Stando a quanto riportato da diverse fonti anonime a conoscenza della materia, Donald Trump sarebbe pronto ad imporre una nuova ondata di dazi sui beni cinesi.
Le tariffe, si è detto, potrebbero entrare in vigore già nei prossimi giorni - comunque prima della fine della settimana - e avranno una portata inferiore rispetto a quella inizialmente stimata ossia del 10% (e non del 25%).
Ma perché abbassare i dazi? Secondo diversi osservatori scendere dal 25 al 10 percento potrebbe innanzitutto diminuire l’impatto della guerra commerciale sui consumatori alla vigilia della stagione delle feste e del relativo shopping. Non dimentichiamoci, poi, delle elezioni di mid-term in dirittura d’arrivo, un appuntamento al quale Trump si sta avvicinando con un consenso eroso dalla stessa guerra commerciale contro la Cina.
L’impatto delle tariffe sui mercati finanziari
Come previsto, la rinnovata tensione commerciale ha avuto un impatto deciso sui mercati finanziari. I primi ad essere coinvolti sono stati gli indici azionari asiatici che hanno perso ampio terreno nella prima sessione della settimana.
La borsa cinese ha scambiato con rossi superiori allo 0,85%, l’Hang Seng ha perso più dell’1,4% e il Kospi ha bruciato oltre lo 0,70%. Unica voce fuori dal coro il Nikkei, chiuso per festività.
Anche le valute emergenti hanno avuto qualche difficoltà nelle ultime ore, con la rupia indiana e il won coreano a registrare le performance peggiori. Ancora in calo anche la lira turca.
I nuovi dazi, insomma, hanno nuovamente incrementato la tensione tra i blocchi e, oltre a minare la riuscita dei negoziati, potrebbero nuovamente accendere una guerra commerciale ancora poco digerita dai mercati internazionali.
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