L’esercito ucraino è a corto di munizioni e l’Occidente ha difficoltà a fornire armi per via dei problemi produttivi.
L’esercito ucraino è pericolosamente a corto di munizioni per la sua artiglieria. Kiev ha chiesto ai suoi alleati di fornirne “immediatamente”, avvertendo che sta esaurendo le scorte per difendersi dalla nuova offensiva russa che viene ritenuta imminente. La richiesta è partita direttamente dal vice primo ministro Olha Stefanishyna che ha avvertito che i russi stanno facendo “tutto il possibile per rendere la guerra continua, duratura ed estenuante”, aggiungendo che Mosca ha le risorse, le munizioni e le riserve per continuare la sua campagna.
Gli ha fatto eco il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, avvisando che “una guerra di logoramento diventa una battaglia logistica” e che l’Alleanza ha “una sfida” e un problema, ma anche “una strategia per affrontarlo”. Un alto funzionario dell’intelligence occidentale ha detto al Financial Times che la carenza di munizioni dell’Ucraina è “acuta”, aggiungendo che la velocità delle forniture occidentali è fondamentale per la resistenza ucraina.
L’Occidente fatica a fornire armi per difficoltà produttive e per non impoverire i propri magazzini: una situazione già nota almeno dallo scorso settembre, ma l’allarme sulla capacità industriale bellica era noto dalla scorsa estate. L’Ucraina, a questo punto del conflitto, sta consumando 5mila colpi di artiglieria al giorno, mentre nelle prime fasi dell’invasione russa erano circa 7mila.
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Questo calo è da imputare anche all’esaurimento delle scorte di munizionamento origine sovietica/russa: Kiev, prima del conflitto, aveva in dotazione materiale bellico prodotto in Russia, quindi anche il relativo munizionamento che per di più è di un calibro diverso rispetto a quello occidentale. Si spiega così anche perché il rateo di fuoco sia molto inferiore a quello russo, che si stima consista in circa 20mila proiettili al giorno.
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