Il crack bancario USA smuove le borse asiatiche. Solo un falso allarme?

Tommaso Scarpellini

21 Marzo 2023 - 14:01

A seguito delle pessime notizie riguardanti alcuni grandi istututi bancari globali, anche le borse asiatiche hanno contabilizzato importanti perdite in conto capitale. Cosa sta accadendo in Asia?

Il crack bancario USA smuove le borse asiatiche. Solo un falso allarme?

Neppure le borse asiatiche sembrano essersi salvate di fronte al crack di Svb, che ha fatto retrocedere praticamente quasi la totalità delle piazze finanziarie globali. In borsa, il prezzo delle azioni delle più grandi istituzioni finanziarie giapponesi e cinesi hanno registrato importanti perdite in conto capitale, preoccupando il pubblico degli operatori del Paese riguardo le possibilità di un contagio. Come potrebbero muoversi i mercati borsistici asiatici adesso?

Cosa sta accadendo alle borse asiatiche?

Gli indici azionari cinesi continuano a contabilizzare perdite giorno dopo giorno, alimentando il clima di tensione fra gli operatori borsistici globali. Difatti, il crollo della Silicon Valley Bank ha generato il panico fra gli investitori cinesi a causa del fatto che molte startup del Paese avevano stretto rapporti con la banca in questione.

I timori riguardano prevalentemente una joint venture, la SPD Silicon Valley Bank, per metà di proprietà della Shanghai Pudong Development Bank e orientata prevalentemente alla fornitura di servizi nei confronti di società scientifiche e tecnologiche. Allo stesso tempo, le principali banche asiatiche sono state colpite da forti vendite.

Fra le peggiori, le giapponesi Mizuho Bank e Resona Holdings, mentre a Hong Kong nella classifica delle peggiori si presentano la Standard Chartered Plc e HSBC. Le preoccupazioni sono aumentate con il crollo azionario di Credit Suisse, istituto cardine del sistema finanziario globale. Sebbene a seguito della proposta di UBS il prezzo di borsa degli istituti bancari europei sembri essersi ripreso, la situazione globale continua invece a mostrarsi ancora molto incerta.

In Cina si continua con una politica monetaria espansionistica

Aldilà di questi timori, il contesto monetario cinese si mostra ancora espansivo e opposto a quello occidentale. Lo dimostra la recente decisione del governo cinese di tagliare la quantità di contanti che le banche devono tenere in riserva presso la banca centrale nel tentativo di sostenere i prestiti e rafforzare la ripresa dell’economia.

La People’s Bank of China ha ridotto il coefficiente di riserva obbligatoria per quasi tutte le banche di 0,25 punti percentuali. Gli economisti hanno affermato che il taglio mirava a garantire liquidità nel sistema bancario per sostenere il rapido ritmo dei prestiti. L’obiettivo è quello di stimolare i consumi dei cittadini cinesi per mantenere la prospettiva di crescita economica definita dal governo per il 2023.

Questo perché la produzione industriale cinese è salita del 2,4% su base annua in quest’ultimo bimestre assieme alle vendite al dettaglio. In sostanza, la situazione finanziaria delle banche statunitensi non sembra comportare una modificazione riguardo la politica monetaria del Paese.

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