Gli abitanti di Cavargna, piccola comunità comasca, possono contare su un reddito medio annuo di 6.314 euro. Il sindaco spiega perché è il comune più povero d’Italia.
«Mi creda, qui si fa fatica, veramente fatica». Commenta così Ermanno Rumi, sindaco del piccolo paese di Cavargna, in provincia di Como, giunto alla cronaca per essere stato definito come il comune più povero d’Italia.
Qualche giorno fa l’Ufficio della Cgia di Mestre ha diffuso la classifica dei comuni più ricchi (e più poveri) d’Italia, con i dati forniti dal Ministero italiano dell’Economia e delle Finanze sulla dichiarazione dei redditi 2021.
Cavargna è arrivato all’ultimo posto: i 94 contribuenti dichiaranti, residenti nei suoi confini, hanno un reddito medio annuo di 6.314 euro. E dunque è considerato il più povero d’Italia.
Perché Cavargna è il comune più povero d’Italia
Ma quali sono le ragioni di un reddito così basso? Molto probabilmente tutto ha a che fare con la sua posizione geografica. Cavargna si trova infatti ad un passo dalla Svizzera. Il piccolo paese è incastonato tra i monti dell’omonima valle, la Val Cavargna, e il confine lo si può attraversare semplicemente a piedi, anche durante una passeggiata.
Gli abitanti sono 190, «di questi la maggior parte lavora in Svizzera. Proprio dietro a Cavargna c’è Lugano ed essendo così vicina è più semplice per noi andare a lavorare oltre confine», ci spiega Rumi. Il basso reddito di Cavargna, quindi, è la naturale conseguenza della presenza dei frontalieri, ovvero di quei cittadini italiani residenti entro 20 chilometri dal confine italo-svizzero che ogni giorno si recano a lavorare nella Confederazione elvetica. Il regime speciale, disposto dall’Accordo fiscale del 1974, prevede infatti che paghino le imposte sul reddito solamente nel Paese dove svolgono la loro attività, la Svizzera. Ciò si ripercuote sul reddito medio del Comune, che scivola sul fondo della classifica nazionale.
Ai frontalieri, si aggiungono «alcune aziende agricole, per lo più unipersonali, con redditi molto bassi. Altri sono pensionati», specifica il sindaco.
Come la maggior parte dei piccoli comuni italiani, il primo cittadino deve fare i conti con le scarse risorse economiche a disposizione. La nuova amministrazione comunale, insediatasi a ottobre 2021, punta a rilanciare la zona. «Stiamo cercando di rendere Cavargna più attrattiva dal punto di vista turistico. Tra i progetti, abbiamo anche la realizzazione di una comunità energetica, per migliorare le condizioni economiche del paese».
Rumi ci tiene a ribadire che il comune è «davvero piccolo» e in quanto tale è chiamato a confrontarsi con problemi economici. Le risorse su cui far forza sono scarse: «Posso contare solamente su un’impiegata e un operaio», il resto è relegato alla buona volontà delle persone.
Bassi redditi al confine con la Svizzera: effetto frontalierato
Non solo Cavargna. Anche gli altri comuni della zona sono arrivati agli ultimi posti della lista stilata dalla Cgia di Mestre. San Nazzaro Val Cavargna è quintultimo con 151 dichiaranti e 8.809 euro di reddito medio all’anno. Una posizione più su, Val Rezzo con 9.648 di reddito dichiarato da 69 persone. Più in alto, sempre tra le ultime posizioni, anche San Bartolomeo Val Cavargna dove però il reddito delle 450 persone sale leggermente a 10.696 euro.
In fondo alla classifica anche dei paesi piemontesi, appartenenti alla fascia di confine. Gurro, terzultimo, con 139 dichiaranti e un reddito medio di 8.149 euro. Immediatamente sopra la vicina Valle Cannobina con 311 dichiaranti e 8.434 euro di reddito.
E il paese più ricco d’Italia?
Se in passato i centri più ricchi erano prevalentemente situati al Nord, ora la situazione sembra essersi capovolta. Il più ricco è Lajatico, in provincia di Pisa. I 985 contribuenti nel 2021 hanno dichiarato un reddito complessivo Irpef medio pari a 54.7708 euro. Il paese è conosciuto anche per annoverare tra i suoi abitanti Andrea Bocelli.
Al secondo posto, Basiglio (Mi) con un reddito complessivo di 49.325 euro, Portofino (Ge) con 45.617 euro, Bogogno (NO) con 42.366. In provincia di Lecco, Varenna con 42.254 euro. Milano, primo comune capoluogo di provincia che si incontra in classifica, è 12esima con 37.189 euro. Roma è 120esima (28.646 euro), Firenze 186esima (27.636). Per incontrare i capoluoghi del Mezzogiorno bisogna scendere ancora: Cagliari è 266esima (26.986 euro), L’Aquila 1.202esima (23.727 euro), Bari 1.363 (23.427 euro), Napoli 1.826esima (22.063 euro), Palermo 2.405esima (21.850).
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