«Imbarazzante», un articolo scientifico corregge lo studio sugli utensili neri

Alessandro Nuzzo

28 Gennaio 2025 - 20:11

I ricercatori hanno sbagliato i calcoli: gli utensili neri hanno meno sostanze tossiche di quanto si crede.

«Imbarazzante», un articolo scientifico corregge lo studio sugli utensili neri

Riciclare la plastica è molto importante per dargli una seconda vita ed evitare che finisca nell’ambiente creando pericolosi danni. Ma non tutte le plastiche conviene riciclare. Qualche mese fa a finire nel mirino sono stati gli oggetti in plastica di colore nero, in particolare mestoli da cucina, contenitori d’asporto, giocattoli o vassoi.

Il sospetto era che questi oggetti potessero contenere all’interno una quantità elevata di sostanze tossiche che, nel caso degli utensili da cucina, a contatto con gli alimenti caldi, potevano essere rilasciati nei cibi e assunti quindi dal nostro organismo.

A finire nel mirino i prodotti tecnologici riciclati come gli involucri neri dei televisori e i prodotti elettronici. Questi oggetti hanno al loro interno dei ritardanti di fiamma, inseriti per motivi di sicurezza in caso di incendio. Stiamo parlando sopratutto BDE-209. Una sostanza che a quanto pare non va via con il riciclo e che ci ritroviamo nella nuova vita della plastica.

Il BDE-209 è stato bandito nel 2021 dall’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti perché collegato a cancro, problemi endocrini e tiroidei, sviluppo fetale e infantile.

Nonostante queste restrizioni, uno studio, che ha preso in esame 203 prodotti per la casa in plastica nera venduti negli Stati Uniti, tra cui utensili da cucina, contenitori da asporto, accessori per capelli e giocattoli, ha trovato il BDE-209 nell’85% dei campioni analizzati.

I ricercatori parlavano di un rischio elevato. L’esposizione al giorno da un utensile da cucina corrispondeva quasi al limite totale giornaliero di sicurezza stabilito dall’EPA. In realtà però si è scoperto che non è proprio così e che i ricercatori hanno commesso un grave errore di calcolo.

Limiti molto più bassi di quanto si credeva

Alcuni scienziati estranei allo studio alcune settimane dopo la pubblicazione della ricerca hanno scoperto che i numeri erano sbagliati. Alla fine gli autori della ricerca hanno ammesso di aver commesso un grave errore matematico, sbagliando di circa 10 volte il livello sicuro di esposizione al BDE-209.

Ciò ha fatto sembrare che il rischio di esposizione al giorno da un utensile da cucina corrispondesse quasi al limite totale giornaliero di sicurezza stabilito dall’EPA. In realtà, era in realtà meno di un decimo del limite, il che indica che il rischio per il pubblico era molto più basso di quanto inizialmente riportato.

Parecchie persone sono andate nel panico dopo la pubblicazione della ricerca decidendo di gettare i propri utensili da cucina di colore nero ma non solo. E in realtà le cose non stavano proprio così. Pur appurato la tossicità dei ritardanti di fiamma che possono essere presenti negli oggetti in plastica nera, raggiungere il livello massimo giornaliero è molto difficile.

Megan Liu, autrice principale e responsabile scientifica, ha dichiarato che lo studio non mirava a determinare il rischio, ma a identificare se i ritardanti di fiamma nocivi contaminassero i prodotti per la casa.

I ricercatori si sono comunque scusati per l’errore presente nell’articolo e hanno dichiarato di essere grati agli scienziati che lo hanno scoperto.

«Il nostro studio e altri studi simili dimostrano chiaramente che sono necessarie maggiori normative per porre fine all’uso di additivi pericolosi nei prodotti e garantire che le sostituzioni siano effettuate con materiali e sostanze chimiche più sicuri», ha detto Megan Liu.

Iscriviti a Money.it