Interessante botta e risposta in Commissione Europea tra Paolo Gentiloni e la deputata leghista Silvia Sardone: al centro l’ipotesi della reintroduzione dell’IMU sulla prima casa e di un’imposta patrimoniale che tenga conto della composizione familiare e del reddito.
L’IMU sulla prima casa potrebbe essere reintrodotta con la prossima Legge di Bilancio 2021.
Ad affermarlo è il commissario europeo Paolo Gentiloni nella risposta all’interrogazione numero E-004440/2020 proposta dall’eurodeputata leghista Silvia Sardone del gruppo parlamentare europeo Identità e Democrazia.
Lo scambio ha attirato l’attenzione dei principali quotidiani dell’area di centro destra, con Libero, La Verità ed Il Giornale che decidono di aprire le prime pagine di oggi con questa notizia. Ma com’è andata davvero? Quali imposte patrimoniali verranno introdotte, quando e chi dovrà pagare?
Ritorna l’IMU sulla prima casa con la Legge di Bilancio 2021. Ecco la domanda dell’eurodeputata leghista al commissario Gentiloni
Nel corso di un confronto andato in scena giovedì scorso in Commissione Europea, l’eurodeputata leghista Silvia Sardone ha posto a Paolo Gentiloni il seguente quesito:
“Tra le indiscrezioni in merito alle raccomandazioni dell’Unione europea all’Italia c’è anche una modifica delle tasse sulla casa.
Le raccomandazioni dell’UE pubblicate a seguito dell’ultima riunione dell’Ecofin dell’anno scorso segnalavano che l’esenzione dell’IMU sull’abitazione principale (prima casa) non è molto apprezzata.
La sensazione è che la Commissione non valuti positivamente questa esenzione ma anche il fatto che non sia stato introdotto un meccanismo impositivo progressivo sul mattone in base al reddito familiare.
Si chiede alla Commissione:
1. se intende chiedere all’Italia di ripristinare la tassa sull’abitazione principale;
2. se tra le sue richieste all’Italia ci sia l’introduzione di una patrimoniale;
3. di indicare la sua posizione sulla fiscalità in Italia”
La domanda mira quindi ad un punto ben specifico: la Commissione Europea chiederà all’Italia di abolire l’esenzione IMU sulla prima casa ovvero di introdurre un’imposta patrimoniale di tipo diverso?
Si chiede, infine, una indicazione in ordine alla posizione del Presidente circa la fiscalità in Italia.
IMU anche sulla prima casa dal 2021 si o no? L’imposta patrimoniale potrebbe essere reintrodotta sull’abitazione principale ma non verranno richieste altre imposte patrimoniali aggiuntive
La risposta del Commissario Paolo Gentiloni è arrivata contestualmente, ma a dire il vero non ha risposto in modo analitico ai punti evidenziati nell’interrogazione.
Ecco il testo integrale della risposta dell’esponente PD:
“Il documento di lavoro dei servizi della Commissione Relazione per paese relativa all’Italia 2020 comprende un’analisi del sistema fiscale italiano.
Nel complesso, i principali problemi individuati dalla Commissione sono l’elevato carico fiscale che grava sul lavoro e l’elevato livello di evasione fiscale.
L’analisi dimostra che, abolendo l’esenzione dell’IMU sull’abitazione principale (con diversi gradi di progressività) e utilizzando le entrate supplementari per ridurre la tassazione sul lavoro, si fornirebbero maggiori incentivi a lavorare, determinando ripercussioni positive sulla crescita economica.
Le raccomandazioni specifiche per paese rivolte all’Italia dal 2012 al 2019 nell’ambito del semestre europeo, adottate dal Consiglio in base a una proposta della Commissione, consigliavano di trasferire il carico fiscale dal lavoro verso imposte meno penalizzanti per la crescita, come quelle sul patrimonio.
Le raccomandazioni formulate nell’ambito del semestre europeo 2017 specificavano che quest’obiettivo doveva essere raggiunto anche «con la reintroduzione dell’imposta sulla prima casa a carico delle famiglie con reddito elevato».
Le raccomandazioni specifiche per paese relative all’Italia non contengono riferimenti a imposte patrimoniali aggiuntive”
Imposta patrimoniale dal 2021: effetti drammatici sull’economia. La priorità è ridurre le imposte sul lavoro e sull’impresa, iniziamo dalla terza aliquota Irpef
Sarebbe superfluo evidenziare come un aumento delle imposte - qualunque esse siano - potrebbero determinare effetti devastanti sull’economia del Paese, soprattutto in questo particolare momento storico.
L’IMU, tra le altre cose, consente già allo Stato di incassare circa 22 miliardi di euro.
La proposta cui sembra far riferimento Gentiloni non alzerebbe le imposte tout court, ma prevederebbe una sorta di partita di giro tra un aumento dell’imposizione patrimoniale e una equivalente riduzione delle aliquote sui redditi di lavoro e di impresa.
Tuttavia e purtroppo, uno “scambio” di questo tipo raramente si è visto nell’excursus storico della legislazione tributaria italiana, e ci permettiamo di nutrire qualche dubbio sulla sua realizzabilità.
Il rischio di un nuovo aumento dell’imposizione fiscale è concreto e rischia di rendere ancora più difficoltosa la ripresa dell’economia nazionale post pandemia.
Si potrebbe tuttavia intervenire in modo alternativo, per esempio:
- aumentando le imposte sui grandi patrimoni, anche in via occasionale e straordinaria;
- ridurre o eliminare l’Irap, per esempio sostituendola con un’addizionale Ires che non consenta più il concretizzarsi dei meccanismi perversi tipici dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive;
- ridurre l’aliquota del 38% sul terzo scaglione Irpef (quello tra 28.000 e 55.000 euro di reddito lordo), una vera e propria espropriazione legalizzata ai redditi del ceto medio.
E si potrebbe continuare con altre altrettanto valide alternative...
L’elemento fondamentale però è evitare di introdurre nuove imposte sulla prima casa che non tengano conto del reddito e della composizione del nucleo familiare, sarebbe molto grave e probabilmente insostenibile per molte famiglie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA