Impugnazione del testamento, in quali casi si può contestare l’eredità?

Ilena D’Errico

23 Maggio 2023 - 21:28

Ecco in quali casi è possibile l’impugnazione del testamento per contestare l’eredità e in quanto tempo deve essere esercitata.

Impugnazione del testamento, in quali casi si può contestare l’eredità?

L’impugnazione del testamento è un diritto fondamentale, perché permette di tutelare i diritti degli eredi e anche quelli del defunto. La legge è molto precisa in tema di successioni, di conseguenza sono molte le ragioni per contestare l’eredità. Con l’impugnazione del testamento si ottiene sostanzialmente un annullamento delle disposizioni testamentarie che in qualche modo sono contrarie alla legge, per la mancanza dei requisiti del testatore, della forma o della ripartizione ereditaria.

Si distingue tra annullabilità del testamento, che deve essere necessariamente fatta valere dagli eredi (o altri aventi diritto) entro un certo limite di tempo e nullità del testamento. Quest’ultima grava sul testamento fin dalla sua nascita e gli impedisce di provocare effetti giuridici; perciò, un testamento nullo può essere impugnato senza un termine massimo.

Testamento redatto in stato di incapacità

Il Codice civile impedisce ad alcune persone di far testamento, in particolare a:

  • Minorenni;
  • interdetti per infermità mentale;
  • soggetti incapaci di intendere e di volere al momento della redazione del testamento.

Di conseguenza, il testamento realizzato in uno di questi stati di incapacità può essere impugnato per ottenere il ripristino dell’eredità secondo le leggi successorie o l’applicazione del testamento precedente scritto in situazione di capacità. L’impugnazione testamentaria per questa forma di annullabilità può essere esercitata entro 5 anni dall’esecuzione del testamento da tutti i soggetti che vi hanno interesse.

Il testamento non rispecchia la volontà del defunto

Fra le cause di annullabilità del testamento vi sono i vizi di volontà, che si manifestano quando la reale volontà del testatore non rispecchia le disposizioni testamentarie. I vizi di volontà sono:

  • Errore, quando il testatore ha basato le disposizioni su convinzioni errate della legge o di altro tipo. In particolare, esiste l’errore sul motivo per cui è stato redatto il testamento, che comporta l’annullabilità quando è l’unica ragione che ha motivato il testatore (ad esempio, un testamento redatto nella convinzione di non aver molto da vivere).
  • Violenza psicologica o morale, sono cause di annullabilità quando il testatore è stato indotto con la minaccia di un male ingiusto.
  • Dolo, cioè il testamento scritto dietro l’inganno di un terzo.

Anche in questo caso, l’impugnazione può essere esercitata entro 5 anni dall’esecuzione delle disposizioni da tutti gli aventi diritto.

Testamento che non rispetta i requisiti di forma

Infine, il testamento è annullabile quando non rispetta alcuni requisiti di forma stabiliti dalla legge. In particolare, la legge prevede che alcuni vizi di forma comportino la nullità del testamento, mentre gli altri sono considerati meno gravi e pertanto implicano soltanto l’annullabilità. È il caso dell’assenza di testimoni o della data nel testamento pubblico, per esempio. In ogni caso, l’azione deve essere esercitata entro 5 anni da chiunque ne abbia un interesse.

Nullità del testamento

Si va poi alle ipotesi di nullità del testamento che, come anticipato, sono molto più gravi secondo la legge e impediscono l’esecuzione delle disposizioni testamentarie. La nullità, infatti, non è sanabile e gli aventi diritto possono impugnare un testamento nullo in qualsiasi momento. È il Codice civile a definire le cause di nullità:

  • Gravi vizi di forma, ossia la mancanza di autografia o sottoscrizione del testamento olografo e per il testamento pubblico la mancanza di redazione scritta delle dichiarazioni del testatore o della sottoscrizione del testatore o del notaio.
  • Il testamento è congiuntivo (fatto da più persone) o reciproco.
  • Le disposizioni sono illecite o impossibili da realizzarsi.
  • Le disposizioni hanno come unico fine un motivo illecito.
  • L’erede è una persona indeterminabile.
  • Il testamento è scritto a causa di violenza fisica.

La lesione della legittima

Oltre all’annullabilità e alla nullità del testamento, c’è una particolare ipotesi di impugnazione che riguarda esclusivamente i diritti degli eredi. In particolare, agli eredi legittimari è sempre garantita una certa quota del patrimonio ereditario, che non può essere loro negata o ridotta nemmeno dal testamento.

In questo caso, gli eredi legittimari possono impugnare il testamento per lesione di legittima esercitando un’azione di riduzione. Lo scopo del giudizio è infatti quello di ridurre il testamento, abolendo la parte delle disposizioni che contrariano le quote di legittima. Questa azione può essere esercitata entro 10 anni dall’accettazione, che deve essere con beneficio d’inventario.

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