Italia in carenza di elettricità: la colpa è della crisi per la siccità, che ha ridotto - e continuerà a farlo - la produzione idroelettrica del nostro Paese. Quali conseguenze?
Italia a corto di elettricità? Potrebbe succedere e questa volta non c’entra tanto il gas russo, ma il clima.
Nello specifico, l’allarme siccità è ancora forte nel nostro Paese, nonostante le piogge di maggio - con le drammatiche inondazioni dell’Emilia Romagna - abbiano illuso sul recupero di acqua nella nazione dopo un terribile 2022.
In realtà, come evidenziato dalla fondazione CIMA, “la siccità è complessa, lunga e lenta. Mentre le nevicate fresche hanno migliorato le condizioni in quota, il manto nevoso italiano rimane in profondo deficit su larga scala (-49% per questa data). La neve corre delle maratone e quella del 2022-23 è stata nel complesso una edizione asciutta e calda”.
Tradotto: l’Italia non è affatto fuori dal periodo di siccità e questo sta già impattando sulla produzione energetica, nello specifico sull’idroelettrico che proprio nell’acqua trova il suo motore. Considerando che la carenza di piogge del 2022 è stata la peggiore in 70 anni e che nel 2023 se ne risentono ancora gli effetti, il bilancio rimane cupo per l’energia in Italia: quanto idroelettrico stiamo perdendo e perché è allarmante.
Siccità ed energia: allarme idroelettrico in Italia. Il grafico
Gli analisti di Ispi hanno elaborato in un grafico, su dati Terna, l’evoluzione negli ultimi anni della produzione energetica con l’idroelettrico in Italia e i risultati non sono incoraggianti:
Per il 2023, i calcoli sono stime, ma quello che emerge è un evidente calo. Matteo Villa, esperto Ispi, ha così chiarito la situazione:
“...nel 2022 la produzione idroelettrica in Italia è stata di circa un terzo più bassa rispetto alla media 2015-2021, e comunque del 21% più bassa persino dell’anno più siccitoso della serie storica precedente, il 2017. Rispetto a una media di circa 45 TWh nel periodo 2015-2021, il 2017 aveva infatti visto una produzione di 37,5 TWh, mentre nel 2022 la produzione si è fermata ad appena 29,7 TWh. Quel che è peggio è che la produzione anche quest’anno appare compromessa, con le nostre proiezioni che prospettano un record negativo (27,7 TWh) persino peggiore rispetto a quello dell’anno scorso.”
Si fa notare che il nostro Paese utilizza il 15% di energia da idroelettrico sul totale di quella consumata in tempi, però, di normale produzione. La carenza di questa fonte energetica nel 2022 non è stata compensata dall’energia rinnovabile e, piuttosto, il calo drastico dell’idroelettrico è stato riempito attraverso maggiore uso di gas (comprato a prezzi elevatissimi) e di centrali a carbone (mettendo da parte la conversione sostenibile).
E per il 2023 lo scenario resta molto incerto e difficile. Secondo le stime Ispi, infatti, nonostante nuove capacità di produzione energetica rinnovabile in Italia per circa 5-6 GW, queste saranno insufficienti a coprire, stando a stime, la mancanza di 17 TWh di generazione elettrica da idroelettrico (che si perderà per effetto della siccità).
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Crisi energetica in vista per l’Italia?
Quale conseguenze per l’Italia? Rimpiazzare la perdita di energia a causa di minore acqua a disposizione significherà utilizzare più gas. Con inevitabile pressione - al rialzo - sui prezzi.
Un mesi di pioggia non chiude una crisi, secondo gli esperti CIMA. Come ha spiegato Francesco Avanzi, ricercatore del Dipartimento di Idrologia e Idraulica, il fenomeno della siccità...“si sviluppa nell’arco di mesi (pochi giorni senza pioggia non bastano certo per dire che siamo in un periodo secco), con scarsità di precipitazioni e un impoverimento dell’approvvigionamento idrico che via via si fa sempre più marcato”.
L’Italia è ancora impantanata nella carenza di acqua...“gli stessi effetti della siccità emergono nel tempo, man mano che la scarsità d’acqua si fa sempre più sentire sugli ecosistemi, sui raccolti, sull’approvvigionamento energetico, sulle falde acquifere e quindi sui nostri fiumi”, ha aggiunto.
Non resta che aspettarci ancora incertezza sul fronte energetico e non solo. Nel mondo sta anche arrivando El Nino, che ha già impattato su coltivazioni cruciali a livello globale, come il caffè.
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