Indebito Inps: cos’è, quando si verifica e come comportarsi

Claudio Garau

11/10/2023

L’indebito Inps si verifica non di rado e coinvolge i pagamenti effettuati dall’istituto di previdenza a beneficiari che non avevano diritto. Ecco che succede in questi casi.

Indebito Inps: cos’è, quando si verifica e come comportarsi

Come è noto, l’Inps svolge una varietà di ruoli nell’interesse della cittadinanza, dei lavoratori e dei pensionati. Infatti l’ente garantisce l’erogazione delle prestazioni previdenziali e a sostegno del reddito, in favore di chi ha perso il lavoro o si trova in cassa integrazione. Ma anche fornisce prestazioni di tipo assistenziale (come l’accompagnamento) e si occupa dell’acquisizione dei contributi previdenziali, dovuti alle distinte gestioni da parte di lavoratori e datori di lavoro.

Tuttavia, nel corso delle sue attività quotidiane, anche questo istituto può andar incontro a qualche svista e versare una prestazione a chi non ne ha effettivo diritto. Si tratta del cosiddetto indebito Inps, un’eventualità non rarissima e che può verificarsi in una pluralità di situazioni diverse, come vedremo nel corso di questo articolo.

Ecco allora una sintetica guida che intende spiegare cos’è di fatto l’indebito Inps, a cosa è dovuto e che succede quando l’istituto di previdenza ne scopre uno. I dettagli.

Cos’è l’indebito Inps?

L’indebito Inps è di fatto un beneficio illegittimo nei confronti del cittadino che si è avvalso di un trattamento dell’istituto, ma senza averne diritto. Ecco perché ad esso corrisponde sempre un credito dell’Inps, nei confronti di chi ha ottenuto la prestazione senza averne i requisiti, o dopo averli persi.

Potrebbe essere il caso della pensione erogata per ulteriori mensilità a chi, invece, è deceduto, come pure un esempio classico di indebito Inps è rappresentato dall’indennità di disoccupazione Naspi o Dis-Coll, che l’istituto continua a versare nonostante il nuovo lavoro del beneficiario.

Si usa distinguere l’indebito pensionistico, per prestazioni a sostegno del reddito o per prestazioni assistenziali in ’parziale’ - nell’ipotesi in cui le somme versate siano maggiori di quelle effettivamente dovute - e ’totale’ - nell’ipotesi nella quale l’intero versamento non era spettante al pensionato o al lavoratore.

A cosa è dovuto?

L’indebito Inps è dovuto ad un errore dello stesso istituto di previdenza, il quale versa una prestazione che non spetterebbe al cittadino. Può trattarsi di un errore a livello umano o a livello di software usato dall’istituto. Conseguentemente l’indebito Inps si verifica laddove un cittadino abbia illegittimamente beneficiato di un trattamento pensionistico, assistenziale o di sostegno al reddito.

Alla base dell’indebito Inps oltre alla svista dell’istituto, c’è anche però il comportamento del percettore della prestazione, o meglio la sua inerzia. In questi casi egli, confidando nella correttezza dell’operato dell’ente, non si pone il problema di segnalare l’inesattezza.

Ciò non toglie che l’indebito Inps costituisca un credito che l’Inps stessa vanta nei confronti di chi ha conseguito una prestazione non dovuta.

Che succede in queste circostanze?

Per capire quali sono le conseguenze in un caso di indebito Inps, basta dare un’occhiata all’art. 2033 del Codice Civile relativo all’indebito oggettivo. Secondo questo articolo:

Chi ha eseguito un pagamento non dovuto ha diritto di ripetere ciò che ha pagato. Ha inoltre diritto ai frutti e agli interessi dal giorno del pagamento, se chi lo ha ricevuto era in mala fede, oppure, se questi era in buona fede, dal giorno della domanda

Ciò significa che chi ha effettuato un pagamento non giustificato, ha diritto a riavere indietro ciò che ha versato e, perciò, in ipotesi di indebito l’Inps contatterà il beneficiario che ha ingiustificatamente ottenuto una prestazione economica, per metterlo al corrente e adoperarsi alla restituzione.

Infatti l’Inps, in sede di verifica, ha la possibilità di rettificare l’errore inoltrando al pensionato o lavoratore una comunicazione per raccomandata con l’indicazione delle somme precedentemente versate e non dovute, avvisandolo dell’obbligo di restituzione.

In relazione agli interessi rimarchiamo che l’istituto ne ha diritto, dal giorno del pagamento della prestazione, nell’ipotesi di malafede del beneficiario - è il caso della truffa per ottenere una prestazione Inps non dovuta (come ad es. chi afferma il falso in tema di requisiti per la Naspi o chi si finge invalido) - altrimenti gli interessi operano per un periodo minore, ovvero dal giorno della richiesta di restituzione della somma.

In ogni caso, l’indebito Inps prescinde da una eventuale responsabilità dell’illegittimo percettore: conseguentemente questi potrebbe essere tenuto a restituire, anche senza colpa o volontà di commettere un reato per conseguire un profitto ingiusto.

Il caso della compensazione

Possono presentarsi situazioni pratiche in cui l’Inps al contempo è creditrice e debitrice. Pertanto, se l’istituto a sua volta deve una prestazione al cittadino, invece di chiedere - ed ottenere - la restituzione totale della somma non spettante, darà luogo alla cosiddetta compensazione dei rispettivi debiti. L’operazione agevola l’estinzione sia del credito che del debito, in quanto Inps si limiterà a chiedere soltanto la differenza.

Un esempio emblematico è quello di chi percepisce per sbaglio l’indennità di disoccupazione e ha incassato 5mila euro senza averne diritto, ma al contempo vanta un credito di 3mila euro a titolo di trattamento pensionistico: in questa circostanza l’indebito Inps comporterà una richiesta di restituzione pari a 2mila euro.

Alternativamente, se si tratta di pensionato, la compensazione può applicarsi anche con trattenuta sulla pensione che dovrebbe essere versata al beneficiario, ma pur sempre nei limiti del quinto.

Prescrizione

La legge dispone che il diritto di credito debba essere esercitato entro precisi limiti di tempo, oltrepassati i quali il creditore non può più pretendere la prestazione da parte del debitore. Si tratta della cd. prescrizione, che opera proprio a tutela di quest’ultimo.

Ecco perché anche il diritto dell’Inps al recupero delle prestazioni erroneamente assegnate è sottoposto a un termine, superato il quale l’ente previdenziale non potrà chiedere più nulla indietro. In particolare l’indebito Inps ha una prescrizione decennale, e i dieci anni decorrono dall’ultimo pagamento illegittimo compiuto.

Tuttavia esiste anche la regola dell’interruzione del termine, che si verifica ad ogni messa in mora e formale richiesta di rimborso. In questi casi detto termine inizierà a decorrere da zero.

Nuovo servizio Inps recupero indebiti

Forse non tutti sanno che, nell’ottica della progressiva digitalizzazione dei rapporti tra cittadino ed istituzioni, l’Inps ha lanciato il servizio online “Recupero Indebiti” - OpenRI - che permette la consultazione e il monitoraggio della posizione debitoria da parte delle persone, che abbiano incassato dall’istituto di previdenza somme legate a indebite prestazioni pensionistiche, assistenziali o da ammortizzatori sociali.

In particolare il messaggio n. 2457 del 2023 dettaglia le informazioni consultabili dall’utente in riferimento alle proprie pratiche di recupero. Nel servizio l’interessato potrà visualizzare l’elenco integrale degli indebiti a lui notificati a cominciare dal 2012 e vedere tutti i dettagli delle pratiche che lo riguardano. Si tratta di un servizio che risponde agli obiettivi di cui al PNRR.

Tra le altre saranno visualizzabili le informazioni in tema di natura dell’indebito Inps, stato di avanzamento del recupero, il dettaglio dell’eventuale piano di recupero rateale attivo, nonché possibili altri recuperi effettuati.

Come spiega Inps nel proprio sito ufficiale il servizio è accessibile, per i cittadini, dal portale istituzionale attraverso Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o Cie (Carta di Identità Elettronica).

Per ulteriori informazioni sul funzionamento del servizio OpenRI, rinviamo alla pagina web ad hoc sul sito dell’Inps e a quella del servizio OpenRI.

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