Perché gli indici PMI manifatturiero e dei servizi sono dei market mover importanti? Ecco una breve guida per capire cosa indicano e come leggerli.
Gli indici PMI sono indicatori economici molto seguiti e pubblicati mensilmente sul calendario dei dati macro sia nella versione preliminare che in quella definitiva: a cosa servono e perché sono così importanti per fotografare lo stato di salute dell’economia delle principali nazioni del mondo?
Per rispondere a queste domande occorre soffermarsi innanzitutto sulla descrizione di questi indici, spiegando cosa sono i PMI e quali notizie offrono sull’andamento produttivo ed economico dei singoli Paesi sotto indagine e dell’economia in generale.
Nel 2024, per esempio, questi market mover sono stati sotto i riflettori di investitori, analisti e politici alla ricerca di indizi concreti sulla solidità della ripresa economica in un contesto mondiale colpito da guerre, minacce di dazi, manovre incerte di banche centrali.
Ogni volta che viene pubblicato un indice PMI riguardante potenze economiche come Usa, Cina, Unione Europea i mercati finanziari subiscono l’impatto, con le Borse che si muovono al rialzo o al ribasso in base ai risultati.
Considerando tale rilevanza di questi indicatori, di seguito è disponibile una guida su cosa sono, a cosa servono e perché sono importanti gli indici PMI.
Cosa sono gli indici PMI
Indice PMI sta per Purchasing Managers’ Index, cioè indice dei direttori degli acquisti. Esso è il risultato di indagini condotte su un campione di aziende (oltre 300) in cui gli intervistati sono proprio i responsabili del settore acquisti.
Ai direttori viene chiesto di rispondere a delle domande riguardanti diversi aspetti dell’andamento aziendale che, nell’insieme, possono fornire una fotografia dell’economia di un Paese (per esempio indicare una espansione della produzione o un arretramento oppure una stagnazione).
Per fornire una definizione sintetica, si può affermare che:
L’indice PMI è stato ideato per fornire un unico dato istantaneo delle condizioni economiche di base. Ne esistono quattro tipi: manifatturiero, dei servizi, delle costruzioni e composito.
Ognuno di essi è il risultato della media ponderata tra gli indici relativi a nuovi ordini, produzione, occupazione, tempi di consegna dei fornitori e livelli di magazzino.
Ogni mese vengono proposte le indagini raccolte da enti internazionali. Le risposte possono essere di tre tipi: miglioramento, peggioramento, nessun cambiamento. Attraverso queste risposte è possibile costruire un quadro sulla situazione economica del Paese.
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Indici PMI: cosa misurano e come leggerli?
Ogni indice PMI può assumere un valore compreso tra 0.0 e 100.0: se tutte le risposte indicano miglioramento, allora l’indice tenderà verso il 100.0.
Questo significa che, quando l’indicatore è al di sopra del 50.0 la maggior parte delle segnalazioni aziendali ha indicato un miglioramento delle condizioni, quindi si può parlare di espansione del settore. Al contrario, al di sotto della linea 50.0 il comparto di dice si dice in contrazione.
Quali sono gli indici PMI?
Come già accennato esistono quattro tipologie di indici PMI:
- PMI composito, che mette insieme i dati dei settori manifatturiero e dei servizi e offre quindi una visione economica completa;
- PMI manifatturiero, che riguarda le imprese produttrici di beni materiali;
- PMI servizi, relativo alle aziende che offrono servizi ai consumatori o ad altre imprese;
- PMI costruzioni, che si occupa di imprese che operano nel settore edile
Ognuna delle tipologie elencate offre risultati aggiornati in due versioni: Flash e Finale, pubblicate a una settimana di distanza.
Generalmente, la versione Flash - la prima a essere rilasciata - indica una sorta di anticipazione e, dunque, risulta come la più impattante sui mercati.
Chi pubblica gli Indici PMI
Sono diversi gli istituti che rilasciano gli indici PMI dei vari Paesi, alcuni riconosciuti a livello governativo, altri indipendenti.
Talvolta, questi indicatori vengono rilasciati da due enti differenti per lo stesso Paese; i risultati possono quindi essere divergenti, ma offrono di certo un quadro ancora più esaustivo sulla situazione economica di una nazione.
Per esempio in Cina, accanto all’indice PMI ufficiale vi è anche l’indice PMI HSBC (HongKong and Shanghai Banking Cooperation).
Per quanto riguarda le rilevazioni degli altri Paesi, l’Institute for Supply Management (ISM) offre la pubblicazione degli Stati Uniti, ma si prende in considerazione anche la misura elaborata da S&P Global.
In Europa gli indici PMI sono aggiornati da HCOB (in precedenza S&P Global), mentre per l’economia cinese riferimento ufficialmente a Caixin.
Perché gli indici PMI sono importanti?
Gli indici PMI sono considerati indicatori di grande importanza, perché rivelano l’andamento dei settori motore dell’economia di un Paese, dalla prospettiva delle aziende e, dunque, vengono qualificati come un fedele istantanea del quadro economico generale.
Inoltre, poiché si basano su dati concreti relativi all’attività produttiva di un’azienda, offrono una fotografia abbastanza realistica dello stato economico di un Paese. Il fatto, inoltre, che sono concentrati su manifattura e servizi consente di avere una visuale completa dei comparti cruciale per una nazione.
Il loro rilascio, mensile, infine, rappresenta un aspetto davvero importante per avere un riscontro costante nel tempo.
Da evidenziare, ovviamente, che sono soprattutto gli indici compositi ad avere maggiore rilevanza poiché aggregano entrambi i settori chiave dell’economia di un Paese.
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