Il mercato italiano dell’insurtech continua a crescere secondo una ricerca dell’IIA e nel 2023 punta a raggiungere il valore di un miliardo di euro.
Il mercato italiano dell’insurtech nel 2022 è cresciuto del 60%, rispetto al 2021, quando valeva 280 milioni di euro, secondo quanto riportato da uno studio redatto dall’IIA (Italian Insurtech Association). Lo scorso anno sono stati totalizzati 450 milioni di euro di investimenti, 250 dei quali nel secondo semestre.
Questi milioni sono a loro volta divisi in più sotto-categorie: 250 sono stati investiti per l’innovazione interna delle compagnie assicurative, 120 per sviluppare delle collaborazioni con delle compagnie tech e 80 per sovvenzionare delle startup innovative.
I progressi fatti finora fanno ben sperare anche per il 2023, anno in cui l’associazione spera di raggiungere complessivamente un miliardo di euro di investimenti. Per riuscirci, sarà necessario continuare su questa traiettoria, cercando di attirare più investitori dal settore del venture capital e dall’estero.
Nonostante l’anno positivo per il venture capital italiano, in cui sono stati investiti complessivamente oltre 2 miliardi di euro (+67,3% rispetto al 2021), soltanto il 4% di questi sono finiti in progetti insurtech, il che dimostra la necessità per il settore di rendersi più attraente.
Questi dati evidenziano una questione di cui è fondamentale tenere conto: in Italia non si è ancora colto il potenziale del settore insurtech, che all’estero ha già invece molto successo.
In Germania e UK, ad esempio, nel 2022, sono stati investiti 3 miliardi per Paese nel settore, mentre in Francia, solo nel settore insurtech, si sono raggiunti i 2 miliardi, di cui 800 milioni solo in startup innovative.
Malgrado la distanza che separa l’Italia dai competitor internazionali, dall’estero arrivano anche buone notizie: nel 2022 l’Italia è riuscita ad attirare 70 milioni di investimenti per l’insurtech al suo interno, quasi 5 volte di più rispetto al 2021 (15).
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Insurtech: il mercato italiano cresce con competenze e digitalizzazione
Secondo lo studio condotto dall’IIA, il modo migliore per ridurre il gap con le altre nazioni nell’ambito degli investimenti insurtech è quello di ricercare e valorizzare le giuste figure professionali: servono ingegnieri, esperti di analisi dei dati, cloud architect ecc.
L’anno passato, il numero di figure professionali di questo tipo ricercate nel settore erano 7.000, mentre si stima che nel 2023 arriveranno a 13.000.
La digitalizzazione del settore è considerata prioritaria da tutti i protagonisti del settore: oggi l’80% dei manager ritiene centrale l’evoluzione digitale del mercato, (+15% rispetto al 2021).
Sono il 69%, infine, gli intermediari assicurativi che vedono la digitalizzazione come un’importante opportunità per supportare al meglio il proprio lavoro, e non più come un pericolo di disintermediazione verso il cliente (nel 2021 erano il 44%).
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