Se ne è discusso in una tavola rotonda organizzata a Lugano nei giorni scorsi alla quale hanno partecipato esperti del settore.
Se ne sente parlare ormai da un po’. La «stagione fredda» che sta caratterizzando negativamente l’andamento delle criptovalute - in gergo tecnico, «Crypo Winter» - potrebbe durare ancora anche se, a detta degli esperti, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Sarà davvero così? Visti i numeri e gli afflitti da «crypto-ipotermina», dubitare è legittimo.
Della questione se n’è parlato anche la scorsa settimana nella città svizzera di Lugano, nel Canton Ticino, che con il suo plan-B si sta costruendo un ruolo di primissimo piano in questo settore. Qui, si sono dati appuntamento vari specialisti per prendere parte a una tavola rotonda focalizzata sul tentativo di capire se il crypto winter sia destinato a volgere al termine oppure no.
Crypto winter: cosa dicono gli operatori
Nella lunga intervista rilasciata a Moneymag, Stefan Schwitter, responsabile della divisione Asset Management per Crypto Finance, sembrerebbe più propenso a ritenere che vista la giovane età di questo mercato, incidenti di percorso siano da considerare parte di un processo evolutivo naturale, tipico di settori che stanno crescendo e che puntano a diventare solidi e robusti. In poche parole, è fisiologico che lungo il cammino si scarti quel che non funziona, selezionando solo il meglio.
Giovane e incerto?
«Da un punto di vista tecnico - ha aggiunto Schwitter - le criptovalute sono un tipo di asset nuovo. La maggior parte dei protagonisti che popola questo habitat non esiste da più di cinque anni. Segue dei cicli di mercato che hanno dato origine a situazioni particolarmente estreme. Si parla di inverno, appunto, quando le criptovalute scendono, crollano».
Tutti d’accordo, ma forse la situazione che stiamo vivendo è ben lontana dal definirsi normale. Nonostante gli addetti ai lavori come Schwitter preferiscano fornire una chiave di lettura più comprensibile. «Sul breve termine - spiega -un crypto inverno può distruggere un investitore che punta soltanto a speculare. Chi conosce il mondo delle criptovalute è preparato ad aspettare anche per anni, fino a che il mercato sia favorevole. La tecnologia è robusta».
Bilancio difficile
Certo è che l’anno che si avvia alla conclusione può essere definito molto difficile. «Se vogliamo provare a dipingere un quadro complessivo - aggiunge - io non credo che il Covid o la guerra abbiano nello specifico penalizzato la realtà crypto o gli altri asset. Non c’è banca oggi che non abbia attivato almeno un progetto che riguarda le criptovalute. Questo perché è evidente la necessità di rispondere alle richieste dei clienti. Non c’è dubbio: la blockchain sarà presto ovunque».
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