Annunciata la trimestrale di Intesa SanPaolo. Occhio al trend delle azioni quotate sul Ftse Mib di Piazza Affari.
Appena diffusi i numeri di Intesa SanPaolo, la banca italiana guidata dal CEO Carlo Messina, relativi al quarto trimestre del 2024 e all’intero 2024. Occhio alla reazione delle azioni quotate a Piazza Affari.
“I risultati del 2024 evidenziano la capacità di Intesa Sanpaolo di generare una solida redditività sostenibile, con un utile netto pari a 8,7 miliardi di euro a fronte di circa 0,9 miliardi di euro allocati a valere sull’utile ante imposte dell’anno con le azioni gestionali per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del Gruppo, che contribuiscono a una previsione di utile netto per il 2025 migliorata a ben oltre 9 miliardi”.
I conti del gruppo hanno messo dunque in evidenza subito la decisione di Intesa SanPaolo di annunciare una revisione al rialzo per le stime sugli utili netti che per il 2025, sono attesi ora balzare a un valore ben superiore ai 9 miliardi di euro. Detto questo, l’istituto ha precisato anche, riferendosi al 2024, che l’utile netto è pari a circa 9 miliardi di euro, rettificandolo per le componenti non ricorrenti e per le predette azioni gestionali.
Le azioni stanno riducendo le perdite, complici gli annunci relativi ai dividendi e agli utili attesi.
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Intesa SanPaolo: utili pari a 8,666 miliardi di euro nel 2024 in rialzo su base annua. E cresceranno ancora
Nello specifico, Intesa SanPaolo ha riportato un utile netto pari a 8,666 miliardi di euro nel corso del 2024, in rialzo rispetto ai 7,724 miliardi nel 2023.
In crescita anche il margine netto di interesse, voce direttamente interessata dall’andamento dei tassi di interesse dell’area euro deciso dalla BCE.
Il trend è stato positivo nonostante i quattro tagli dei tassi varati dalla Banca centrale europea nel corso del 2024.
Gli interessi netti sono ammontati infatti nell’anno 2024 a 15.718 milioni di euro, in crescita del 6,9% rispetto ai 14.700 milioni del 2023. Detto questo, l’effetto dei tagli dei tassi della BCE si è fatto sentire in modo particolare sui conti del quarto trimestre, che hanno messo in evidenza il calo del margine netto di interesse.
Risultato positivo nel 2024 anche per le commissioni nette, pari a 9.386 milioni di euro, in aumento del 9,4% rispetto ai 8.576 milioni del 2023.
Andando nel dettaglio, Intesa SanPaolo ha assistito a una crescita dell’1,7% per le commissioni da attività bancaria commerciale e del 12,5% per le commissioni da attività di gestione, intermediazione e consulenza (risparmio gestito, prodotti assicurativi, collocamento titoli,...): all’interno della categoria, è aumentata del 37,1% la componente relativa all’intermediazione e al collocamento di titoli, del 7,5% quella relativa al risparmio gestito (commissioni di performance pari a 85 milioni di euro nel 2024 e a 22 milioni nel 2023) e del 4,1% quella relativa ai prodotti assicurativi.
I ricavi netti, nel complesso, sono ammontati a 27.107 milioni di euro, in crescita del 7,5% rispetto ai 25.227 milioni del 2023.
I costi operativi sono stati pari a 11.570 milioni di euro, in aumento dell’1,3% rispetto agli 11.420 milioni del 2023, a seguito di un aumento del 2,3% per le spese del personale e del 3,3% per gli ammortamenti e di una diminuzione dell’1,8% per le spese amministrative.
Di conseguenza, il risultato della gestione operativa si è attestato a 15.537 milioni di euro, in crescita del 12,5% rispetto ai 13.807 milioni del 2023.
Il cost/income ratio del 2024 è stato pari al 42,7%, in diminuzione rispetto al 45,3% del 2023.
Le rettifiche di valore nette su crediti sono ammontate a 1.274 milioni di euro (comprendenti 8 milioni relativi all’esposizione a Russia e Ucraina, nel cui ambito 80 milioni per favorire il de-risking, e 92 milioni di rettifiche aggiuntive per favorire il de-risking), in ribasso rispetto a 1.529 milioni del 2023 (che includevano 148 milioni per favorire il de-risking e 206 milioni di riprese di valore relative all’esposizione a Russia e Ucraina).
Intesa SanPaolo: il trend degli utili, dei ricavi e dell’NII nel IV trimestre del 2024
Occhio alla performance meno brillante di quella complessiva del 2024 riportata da Intesa SanPaolo nel quarto trimestre del 2024.
L’utile netto è stato pari a 1.499 milioni di euro, in calo rispetto ai 2.401 milioni nel terzo trimestre 2024 e rispetto ai 1.602 milioni nel quarto trimestre 2023.
Il risultato corrente lordo è ammontato a 2.316 milioni di euro, in flessione rispetto a 3.676 milioni del terzo trimestre 2024 e a 1.982 milioni del quarto trimestre 2023.
Gli interessi netti sono stati pari a 3.801 milioni di euro, anche in questo caso in ribasso: la flessione è stata del 3,6% rispetto ai 3.942 milioni del terzo trimestre 2024 e del 5,2% rispetto ai 4.009 milioni del quarto trimestre 2023.
Bene invece nell’ultimo trimestre del 2024 le commissioni nette, ammontate a 2.416 milioni di euro, in crescita del 4,7% rispetto ai 2.307 milioni del terzo trimestre 2024.
Giù tuttavia, in generale, i ricavi netti, pari a 6.668 milioni di euro, in flessione del 2% rispetto ai 6.802 milioni del terzo trimestre 2024 e in crescita del 4,2% rispetto ai 6.397 milioni del quarto trimestre 2023.
I costi operativi sono saliti inoltre a 3.584 milioni di euro, in aumento del 31% rispetto ai 2.736 milioni del terzo trimestre 2024, a seguito di un aumento del 36,1% per le spese del personale, del 27,8% per le spese amministrative e del 12,8% per gli ammortamenti.
Regalo dividendi agli azionisti, le novità
Oltre al rialzo della guidance sugli utili relativa al 2025, Intesa SanPaolo oggi ha annunciato di stimare una forte distribuzione di valore, per la precisione:
- Un payout ratio cash pari al 70% dell’utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa, con un aumento del dividendo per azione relativo al 2025 rispetto all’importo relativo al 2024.
- Un buyback pari a 2 miliardi di euro da avviare a giugno 2025 (autorizzato dalla BCE).
- Una ulteriore distribuzione per il 2025 da quantificare quando verranno approvati i risultati annuali.
La banca, la prima tra le italiane a fare il grande annuncio sugli utili, ha annunciato di prevedere anche una solida patrimonializzazione, con un Common Equity Tier 1 ratio pari nel 2025 a oltre il 14% ante Basilea 4, a circa il 13,7% post impatto di Basilea 4 nel 2025 pari a circa 40 centesimi di punto e a circa il 14,5% post impatto complessivo di Basilea 4 pari a circa 60 centesimi di punto (di cui circa 20 nel 2026-2033, inclusi circa 10 nel 2026 relativi a FRTB) e includendo l’assorbimento delle DTA successivo al 2025 pari a circa 100 centesimi di punto (per la gran parte entro il 2028), tenendo conto del payout ratio previsto per gli anni del Piano di Impresa, del buyback da avviare a giugno 2025 e non considerando un’ulteriore distribuzione per il 2025.
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