L’offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo su UBI Banca ha raggiunto una nuova tappa: c’è stato, infatti, il via libera della BCE sull’operazione.
Sull’offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca è arrivata l’autorizzazione preventiva della Banca Centrale Europea.
Il responso dell’istituto finanziario era una tappa attesa da quando, il 17 febbraio, la società bancaria di Carlo Messina aveva annunciato l’ops, per poi depositare i documenti informativi di offerta necessari a Consob il 6 marzo.
Francoforte, quindi, si è pronunciata nei termini di 60 giorni previsti: il via libera europeo avvicina il gruppo Intesa alla fusione con UBI, nonostante ci siano ancora ostacoli procedurali da superare.
Innanzitutto la contrarietà dei soci UBI, che ha presentato ricorso al Tribunale di Milano sulla regolarità dell’ops. Poi, saranno necessarie le pronunce di Antitrust, Ivass e Consob.
Con il sì della BCE, comunque, l’operazione di fusione Intesa-UBI va avanti.
Fusione Intesa-UBI: ok dalla BCE, cosa significa?
Intesa Sanpaolo ha aggiunto un tassello importante nell’operazione di fusione con UBI. L’autorizzazione preventiva della Banca Centrale Europea ha di fatto avvicinato il gruppo di Carlo Messina al raggiungimento del suo obiettivo, che invece è osteggiato dai soci UBI.
Nello specifico, la pronuncia favorevole dell’istituto di Francoforte riguarda l’acquisizione diretta di una partecipazione di controllo di almeno il 50% del capitale più un’azione di UBI da parte di Intesa.
La nota di Intesa Sanpaolo sull’effetto pandemia
La nota ufficiale del gruppo di Carlo Messina a seguito del via libera della BCE è stata chiara nel definire la posizione della banca riguardo i presunti effetti della pandemia su UBI.
Nello specifico, nel documento si legge che Intesa ritiene che dalla pandemia, in modo ragionevole seppur non avendo informazioni certe sul tema:
“non derivino effetti tali da modificare negativamente l’attività di UBI Banca e/o la situazione finanziaria, patrimoniale, economica o reddituale sua e/o delle società del Gruppo UBI (oltre ad analoghi effetti per l’Offerta e per Intesa Sanpaolo); di conseguenza, Intesa Sanpaolo non includerà tra le condizioni di efficacia dell’Offerta la pandemia da COVID-19 e i suoi effetti”.
Sull’operazione di fusione Intesa-UBI, quindi, si è fatto un passo in avanti. Ma la strada per definire l’ops non è ancora arrivata alla meta.
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