La differenza tra obbligazione e azione negli investimenti finanziari

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13 Dicembre 2024 - 18:23

Azioni e obbligazioni sono gli strumenti di investimento più diffusi tra i risparmiatori: ma quali sono le differenze tra i due? Ecco come funzionano.

La differenza tra obbligazione e azione negli investimenti finanziari

La maggior parte degli investitori conosce due categorie di prodotti di investimento finanziari: le azioni e le obbligazioni. Agli occhi di consumatori e risparmiatori medi, però, non è sempre facile capire la differenza tra obbligazione e azione, soprattutto perché stiamo parlando di concetti diffusi ma spesse volte confusi, nonostante rappresentino prodotti e finalità ben diverse.

Prima di iniziare ad investire sui mercati finanziari, occorre dunque capire le differenza tra azioni e obbligazioni e su quale dei due titoli conviene investire di più in un determinato momento storico. Entrambe, infatti, sono definibili come «titoli», vale a dire uno strumento finanziario attraverso il quale l’investitore usa una parte del suo capitale per acquistare una quota di debito o di capitale di un ente o di una società: nel primo caso si parla di titoli obbligazionari, nel secondo di titoli azionari.

Ma andiamo oltre e capiamo come funzionano azioni e obbligazioni e quali sono le differenze di fondo da conoscere.

Cosa sono le azioni e come funzionano

Le azioni sono strumenti finanziari che permettono all’investitore di partecipare al capitale di rischio di un’impresa. In parole semplici, l’azione rappresenta una quota della proprietà di un’azienda. Nel momento in cui l’azionista entra in possesso di una quota del capitale diventa a tutti gli effetti socio dell’impresa.

In quanto tale, il socio partecipa all’attività economica dell’impresa, ne percepisce i frutti (attraverso la distribuzione dei dividendi) ma ne sopporta i rischi in caso di perdite. Rischi, peraltro, che sono limitati al valore delle azioni possedute.

Un’azione è dunque la quota minima in cui è diviso il capitale sociale di una società per azioni, di società in accomandita per azioni, di società cooperative o a responsabilità limitata, come stabilito dal Codice Civile (artt 2346-2348).

Diritti e oneri dell’azionista

Le azioni sono titoli di credito facilmente trasferiti ad altri soggetti e attribuiscono al detentore diritti e oneri, proporzionali alla quota di capitale posseduta.

Quindi, l’azionista:

  • ha diritto a ricevere i dividendi, se distribuiti;
  • ha diritto di voto nelle assemblee;
  • può consultare i libri sociali e impugnare le delibere assembleari non valide;
  • può subire il rischio di perdite, limitatamente al valore delle azioni possedute.

Categorie di azioni e loro funzionamento

Come disposto dall’articolo 2348 CC:

le azioni devono essere di uguale valore e conferiscono ai loro possessori uguali diritti. Si possono tuttavia creare, con lo statuto o con successive modificazioni di questo, categorie di azioni fornite di diritti diversi anche per quanto concerne la incidenza delle perdite.

In altre parole, la società può emettere speciali categorie di azioni che si differenziano in base ai diritti che incorporano, al regime di circolazione, al mercato su quale sono negoziate:

AzioniCaratteristiche
Azioni ordinarie offrono al detentore diritti amministrativi e patrimoniali, come il diritto di partecipare all’assemblee ordinaria e straordinaria, quello alla condivisione degli utili e a una quota di liquidazione nel caso la società dovesse sciogliersi
Azioni di risparmio non offrono diritto di voto ma hanno dei privilegi di natura economica (distribuzione dividendi)
Azioni privilegiate danno diritto di priorità rispetto agli azionisti ordinari nella distribuzione degli utili e nel rimborso del capitale allo scioglimento della società, a fronte di una limitazione dei diritti amministrativi
Azioni a voto maggiorato e plurimo attribuiscono un voto maggiorato per ciascuna azione posseduta
Azioni di godimento azioni attribuite ai possessori delle azioni rimborsate nel caso di una riduzione reale del capitale attuata mediante rimborso del valore nominale delle azioni
Azioni nominative azioni intestate a una persona fisica o giuridica
Azioni al portatore azioni che trasferiscono i diritti incorporati con la consegna del titolo
Azioni quotate azioni la cui negoziazione (acquisto e vendita) avviene nel mercato finanziario
Azioni non quotate azioni la cui negoziazione avviene tramite accordi privati

Le azioni possono essere negoziate:

  • sui mercati regolamentati, che garantiscono una maggior trasparenza sugli emittenti di azioni;
  • nei sistemi multilaterali di negoziazione (MTF)
  • dagli internalizzatori sistematici: banche e altri intermediari abilitati al servizio negoziazione di strumenti finanziari per conto proprio, in esecuzione di ordini da clienti;
  • over-the-counter (OTC), fuori da ogni mercato.

Valore nel mercato azionario

Il mercato azionario è quella porzione di mercato finanziario dove delle aziende quotate, scambiano una loro quota di azienda, detta flottante, per una certa quantità di denaro. L’acquirente di queste azioni si aspetta, ovviamente, un ritorno da questa compravendita che è rappresentato dal dividendo, ossia quella porzione di utile che è proporzionale al numero di azioni detenute e uguale per tutti gli azionisti.

Per fare un esempio, abbiamo 100 azioni a 1€ e il dividendo è di 0,01€ per azione. In totale il nostro dividendo sarebbe di 100 azioni x 0,01€, ossia si guadagna 1€. Se avessimo avuto 1000 azioni avremmo guadagnato 10€, se ne avessimo avute 10000 avremmo guadagnato 100€ e così via.

Come vediamo la quota è uguale per tutti gli azionisti e proporzionale al numero delle azioni che si hanno in possesso. Questo è il principio base per cui le azioni sono un asset finanziario, ossia hanno come tasso di interesse sottostante il dividendo. Il mercato azionario serve, quindi, alle aziende per raccogliere capitale dall’esterno e questo comporta come “ricompensa” un dividendo per chi “presta” il denaro all’azienda (investitore).

Cosa sono, invece, le obbligazioni? E come funzionano?

L’obbligazione è un titolo di credito che garantisce a chi lo acquista il diritto di ricevere a scadenza il capitale versato oltre a un interesse (rappresentato dalle cedole).

Per converso, il soggetto che lo emette (uno Stato, un ente pubblico, una società privata oppure un organismo sovranazionale) è parte debitrice e utilizza la somma ricevuta per finanziarsi.
Ogni titolo obbligazionario deve indicare il nome dell’ente o società emittente, l’entità globale del prestito, la sua durata, il valore nominale, il tasso di interesse e la modalità del rimborso.

Possiamo anche classificare le obbligazioni in base ad alcune caratteristiche:

ObbligazioneCaratteristiche
Obbligazioni ordinarie Titoli di credito che conferiscono al possessore il diritto di ricevere il rimborso del capitale nominale alla scadenza del prestito obbligazionario più una remunerazione a titolo di interesse sotto forma di cedole periodiche
Obbligazioni strutturate Titoli composti da una parte ordinaria con rendimento prefissato e da una parte variabile, derivata dall’andamento di un particolare indice
Obbligazioni convertibili Titoli che danno la facoltà di diventare azionista della società convertendo il titolo di credito in titolo azionario
Obbligazioni governative Emesse da uno Stato, per far fronte al debito pubblico. Sono caratterizzate da diverse scadenze
Obbligazioni indicizzate Sono obbligazioni il cui tasso di interesse è variabile (per esempio legato all’andamento dell’inflazione)

Come si acquistano le obbligazioni

Le obbligazioni possono essere acquistate sul mercato primario, sottoscrivendo i titoli al momento dell’emissione, oppure sul mercato secondario, ossia in borsa (per esempio sul MOT italiano).

L’emissione delle obbligazioni può avvenire alla pari, cioè a un prezzo uguale al valore nominale, oppure sopra o sotto la pari.
Si parla di sopra e sotto la pari rispettivamente quando si compra l’obbligazione ad un prezzo più alto o più basso al valore nominale dell’obbligazione.

L’emissione sotto la pari è, appunto, il caso più frequente: la differenza tra il prezzo pagato e il valore nominale, che è anche, in genere, il prezzo di rimborso, costituisce una integrazione al tasso di rendimento nominale del titolo, rendendo così più conveniente la sottoscrizione.

Un esempio per capire

Per fare un esempio, un Bot (Buono Ordinario del Tesoro) è un titolo di Stato a 1 anno che stacca un rendimento dello 0,5%.

A fine anno, se investiamo 100, avremmo 100 più lo 0,5% di 100, ossia il capitale investito più il rendimento. In totale avremmo 100,5 dopo un anno. Il tempo, che può essere variabile a partire dai 3 mesi fino ad arrivare ai 50 anni, è detto scadenza, mentre il rendimento viene definito solitamente come cedola.

Se per il mercato azionario parliamo di dividendo, per le obbligazioni parliamo di cedole; quindi, l’obbligazione è quell’asset finanziario che ha come tasso di interesse sottostante la cedola.

Le differenze tra azioni e obbligazioni

Dopo aver visto nel dettaglio cosa sono le azioni e le obbligazioni, è più facile comprendere le differenze tra i due strumenti finanziari.

AzioniObbligazioni
Detentore è socio dell’emittente Detentore è creditore dell’emittente
Il Dividendo spetta se l’azienda distribuisce gli utili Gli interessi spettano nei casi e nelle modalità previste dal titolo
I dividendi sono più alti se l’azienda ha performato meglio Se aumentano gli interessi il prezzo del bond scende (e l’investimento diventa più rischioso)
La scadenza è indeterminata; tuttavia, le azioni possono essere vendute sul mercato La scadenza è predefinita e stabilita dal titolo
Le aspettative di rendimento sono più elevate e dipendono dall’andamento dell’emittente Il rendimento è definito contrattualmente (restituzione del capitale e pagamento delle cedole)

Dal punto di vista degli investimenti pratici, la più grande differenza tra i due mercati è sicuramente la componente “rischio”. Facendo un rapido lavoro logico, sarebbe più rischioso prestare soldi a un’azienda o prestare soldi a uno Stato? Chi ha più probabilità di fallire? L’azienda presenta un profilo di rischio sicuramente più alto rispetto a quello di uno Stato, pertanto il “premio a rischio” è sicuramente più alto rispetto a quello di uno stato. Questo significa che il rendimento di un titolo azionario è sicuramente più elevato del rendimento di un titolo di Stato.

Ad alto rischio corrisponde alto rendimento, mentre a basso rischio corrisponde un rendimento basso, questa è la principale regola dei mercati finanziari e che fa in modo che i mercati svolgano la loro funzione: quella di far circolare capitali e, quindi, di rifinanziare le attività quotate.

Quando uno Stato vuole raccogliere capitale cerca di offrire una cedola maggiore, così come quando un’azienda vuole raccogliere capitale tenderà a offrire e staccare un dividendo maggiore. Questo aumento dei rendimenti corrisponde a un maggior rischio intrapreso dall’investitore.

Conviene investire in azioni o in obbligazioni?

La scelta di un investimento deve sempre essere preceduta da un’analisi delle aspettative dell’investitore e dall’attitudine al rischio.

Nelle strategie di asset allocation, azioni e obbligazioni vengono combinate nei portafogli in modo da bilanciare le esigenze di protezione del capitale a quelle di rendimento. Nell’immaginario comune, infatti, le obbligazioni rappresentano un investimento meno rischioso di quello azionario.

Tuttavia non è sempre così. Anche le obbligazioni possono presentare dei rischi legati:

  • all’affidabilità dell’emittente (rischio di credito);
  • al tempo, ossia alla durata dell’obbligazione;
  • ai tassi di cambio, nel caso di titoli emessi da enti stranieri.

Per stabilire se conviene di più investire in azioni o in obbligazioni, dobbiamo fare riferimento a uno dei principi fondamentali dell’economia, ossia quello del «costo-opportunità».

Nel suo celebre libro «There’s No Such Thing as a Free Lunch», Milton Friedman, premio Nobel per l’Economia nel 1976, notò che quello che può essere gratuito per un individuo, in realtà nasconde sempre un costo: il prezzo pagato dalla società nel rinunciare all’opportunità di destinare le medesime risorse ad usi alternativi.

Tradotto in italiano, il concetto può essere espresso con la formula «non ci sono pasti gratis»: a prescindere che si investa in azioni o in obbligazioni, dunque, a fronte di un rendimento più elevato si deve mettere in conto un rischio maggiore.

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