«Io so e ho le prove. Dieci anni dopo»: il libro-denuncia di un sistema bancario corrotto che non vuole cambiare

Redazione

22 Ottobre 2024 - 14:00

Un viaggio all’interno del mondo bancario italiano raccontato da un ex dirigente svela le pratiche fraudolente e abusi ai danni dei clienti.

«Io so e ho le prove. Dieci anni dopo»: il libro-denuncia di un sistema bancario corrotto che non vuole cambiare

Io so e ho le prove. Dieci anni dopo, edito da Chiarelettere, è un libro-denuncia scritto da Vincenzo Imperatore, ex manager bancario che, dopo vent’anni di carriera nelle più alte sfere del sistema bancario italiano, decide di rompere il silenzio e rivelare dall’interno le pratiche fraudolente messe in atto dalle banche ai danni dei correntisti e dei piccoli imprenditori.

L’opera, pubblicata originariamente nel 2014 e aggiornata nel 2024, arricchita da una prefazione di Francesco Specchia, si presenta come un pamphlet contro la malafinanza, offrendo una testimonianza cruda e diretta di come il mondo bancario si sia allontanato dalla sua missione originaria.

Ogni episodio è raccontato con una precisione che tradisce la conoscenza profonda e diretta dell’autore, il quale descrive non solo le tecniche usate dalle banche per massimizzare i profitti, ma anche il meccanismo psicologico e il linguaggio adottato per manipolare i clienti.

Uno dei casi più eclatanti narrati è la procedura 72H, una pratica interna utilizzata per calmare i correntisti che avevano scoperto irregolarità nei loro conti o polizze. Imperatore descrive come, per evitare denunce e scandali, le banche tenessero a disposizione una riserva di denaro (tra 500 e 10.000 euro) per risarcire rapidamente i clienti più infuriati, con lo scopo di insabbiare le loro proteste.

La sua narrazione è tagliente e senza fronzoli, supportata da dati e fatti concreti, il che conferisce alla sua denuncia una forza travolgente. Questa scelta stilistica rende la lettura estremamente coinvolgente e permette al lettore di percepire l’autenticità e la gravità delle rivelazioni.

Interessante è anche il parallelo letterario che Imperatore stabilisce con il titolo del suo libro, ispirato al famoso scritto di Pasolini «Io so ma non ho le prove». Tuttavia, a differenza dell’intellettuale friulano, Imperatore le prove le ha, e le mette tutte nero su bianco.

Un aspetto centrale del libro è l’illustrazione dettagliata di come le banche approfittino della fiducia dei clienti, proponendo loro strumenti finanziari complessi o addirittura dannosi. Imperatore racconta come i manager bancari fossero incentivati a «piazzare» polizze, azioni, obbligazioni e derivati che garantivano margini elevatissimi per l’istituto, ma che spesso portavano alla rovina finanziaria il correntista o l’impresa. Emerge in particolare il caso delle polizze assicurative, dove si spiegano le tecniche usate dai venditori per convincere i clienti ad accettare condizioni sfavorevoli, spesso legate a prestiti e mutui, vendendo loro prodotti non necessari e costosi.

Un esempio emblematico è l’episodio di Michele Bonucci, un giovane venditore di talento che riuscì a vendere una polizza assicurativa con un piano di accantonamento di 50.000 euro l’anno, approfittando della buona fede del cliente. Questa operazione, nonostante fosse priva di basi contrattuali solide, permise all’istituto di raggiungere obiettivi di profitto straordinari, ma alla fine si rivelò un inganno ai danni del cliente, il quale non era in grado di onorare i pagamenti. In questo e altri episodi, Imperatore mostra quanto il sistema bancario fosse disposto a chiudere un occhio su pratiche eticamente discutibili pur di ottenere risultati economici.

Imperatore analizza anche l’evoluzione del sistema bancario italiano dagli anni ’90 in poi, con particolare attenzione alla fase di privatizzazione degli istituti di credito. Questo processo, che avrebbe dovuto portare efficienza e trasparenza, ha in realtà segnato l’inizio di una mutazione profonda del settore, trasformando le banche in macchine da profitto senza scrupoli. La figura del direttore di filiale, un tempo consulente di fiducia del cliente, è stata sostituita da quella del manager venditore, il cui unico scopo era il raggiungimento degli obiettivi commerciali imposti dal top management.

Un passaggio particolarmente incisivo è la descrizione del «Management by Objectives» (MBO), un sistema in cui i dipendenti venivano premiati per il raggiungimento di target economici, spesso a discapito dell’interesse del cliente. Questo ha portato a un progressivo aumento delle pratiche ingannevoli e aggressive.

Uno dei temi chiave del libro è quello della «formazione a delinquere»: un sistema in cui i nuovi impiegati e manager venivano educati a pensare esclusivamente al profitto, ignorando i bisogni dei clienti. Imperatore denuncia come questo sistema fosse pervasivo e ben radicato, alimentato da un clima aziendale che incentivava la manipolazione e l’imbroglio. Ciò ha generato un ambiente di lavoro tossico, in cui l’etica professionale era sacrificata sull’altare del guadagno.

L’autore ammette di aver fatto parte di questo sistema per anni, traendone vantaggi e ricompense, ma alla fine arriva a un punto di rottura. Egli racconta con sincerità il suo cambiamento interiore, avvenuto dopo la crisi del 2008 e la sua decisione di denunciare pubblicamente gli abusi. Imperatore riflette su come questa scelta abbia cambiato radicalmente la sua vita, portandolo a fondare una società di consulenza per aiutare le piccole imprese a difendersi dalle pratiche scorrette delle banche.

Il libro si conclude con un messaggio forte: la lotta contro la malafinanza è ancora lontana dall’essere vinta, ma la consapevolezza e l’educazione finanziaria sono gli strumenti più potenti per proteggersi da questi abusi.

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