Russia e Iran si avvicinano per rafforzare la loro collaborazione nel settore energetico. Con la guerra in Ucraina che cambia tutti gli scenari, l’accordo tra Teheran e Mosca è strategico.
Si muove ancora la geopolitica dell’energia e avvicina in modo strategico Russia e Iran.
La National Iranian Oil Company (NIOC) e il produttore di gas russo Gazprom hanno firmato martedì un memorandum d’intesa del valore di circa 40 miliardi di dollari, secondo l’agenzia di stampa del ministero del petrolio iraniano SHANA.
L’accordo è stato firmato durante una cerimonia online dagli amministratori delegati di entrambe le società il giorno in cui il presidente russo Vladimir Putin è arrivato a Teheran per un vertice con i suoi omologhi iraniani e turchi.
L’Iran vanta riserve mondiali di gas importanti, collocate al secondo posto dopo la Russia, ma le sanzioni statunitensi hanno ostacolato l’accesso alla tecnologia e rallentato lo sviluppo delle esportazioni di gas.
La visita di Putin a Teheran è seguita da vicino mentre l’invasione dell’Ucraina ha riconfigurato il mercato globale del petrolio e del gas, spingendo i prezzi a livelli elevati.
Iran-Russia: cosa prevede l’accordo per l’energia
Gazprom aiuterà NIOC nello sviluppo dei giacimenti di gas di Kish e North Pars e anche di sei giacimenti petroliferi, secondo SHANA. Il colosso statale russo sarà anche coinvolto nel completamento di progetti di gas naturale liquefatto (GNL) e nella costruzione di gasdotti per l’esportazione.
Secondo l’agenzia IRNA, si tratterebbe del più grande investimento di sempre nella Repubblica Islamica.
Le relazioni tra Iran e Russia sono state avviate su una nuova strada di maggiore collaborazione grazie al sostegno reciproco tra i due presidenti Ebrahim Raisi e Vladimir Putin. I due Paesi vogliono espandere le relazioni su tanti settori economici e politici.
Non a caso, sempre l’agenzia IRNA, riporta che Iran e Russia hanno concordato di raddoppiare il loro volume di scambi a 8 miliardi di dollari a breve termine e a 15 miliardi di dollari a medio termine, mentre lo scorso anno si è attestato a 4 miliardi di dollari con un aumento del 100% rispetto all’anno precedente.
Non solo energia: de-dollarizzazione in focus
Teheran e Mosca hanno anche accordato di accettare la loro valuta nazionale nei loro scambi, il che significa che vogliono dire addio al dollaro consentendo accordi con il rial e il rublo. Ciò aprirà il terreno a una riduzione della domanda di 3 miliardi di dollari all’anno.
A questo proposito, il mercato ufficiale dei cambi iraniano (ICE) ha quotato la coppia rial-rublo. La quotazione è la prima fase di un più ampio accordo bancario tra Iran e Russia, a sua volta basato sui precedenti accordi generali presi durante la visita del presidente Ebrahim Raisi a Mosca lo scorso anno.
L’approccio dei due Stati potrebbe essere ricondotto alle recenti politiche occidentali di sfruttare le sanzioni per esercitare pressioni contro Paesi visti come ostili.
La guerra economica è diventata per l’Occidente uno strumento sempre più utilizzato. Iran, Siria, Libano, Venezuela e, più recentemente, la Russia sono stati presi di mira, con le connessioni finanziarie e il dominio del dollaro come arma principale.
In questo contesto, l’utilizzo di valute estere diverse dal dollaro e dall’euro potrebbe aprire nuove opportunità per l’Iran e la Russia per espandere le loro relazioni economiche in linea con i loro programmi di sviluppo.
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