Il Governo annuncia come blindata la riconferma dell’Irpef a tre aliquote per il 2026; appare più incerto il destino delle altre misure.
Le misure a livello fiscale sono tutte sperimentali e a scadenza. Per taglio del cuneo fiscale, riduzione del canone Rai e bonus mamme il governo deve trovare 18 miliardi per la copertura di riconferma delle misure. L’unico intervento che, al momento, appare blindato e sicuramente riconfermato per il 2025 è il taglio dell’Irpef.
Le tre aliquote Irpef restano anche per il prossimo anno, senza una riconferma in tal senso la tassazione prevista per il reddito delle persone fisiche sarebbe tornata alle quattro aliquote in vigore nel 2023. Il primo decreto attuativo della riforma fiscale ha previsto il taglio dell’Irpef che, per il 2024, ha portato le quattro aliquote a tre, con relativi scaglioni di reddito.
Le coperture per confermare il taglio dell’Irpef il prossimo anno già ci sono e mancherebbero all’appello solo 600 milioni di euro, una cifra abbastanza contenuta se si pensa ai 4 miliardi totali che servono per finanziare per un anno il taglio dell’Irpef.
Se le tre aliquote Irpef, però, sono blindate, lo stesso non si può dire delle altre misure fiscali che sono in campo quest’anno e potrebbero non essere confermate il prossimo.
Per quali misure mancano coperture?
Si parte dal taglio al cuneo fiscale per arrivare fino al bonus mamme (nel novero è compreso anche il canone Rai che quest’anno è stato ridotto da 90 a 70 euro). Per rinnovare anche questi benefici il Governo ha la necessità di reperire altri 18 miliardi di euro che sarà difficile ottenere senza utilizzare il deficit.
Il ministro Giorgetti continua a puntare il dito contro il superbonus definito, per i conti pubblici, un mostro abnorme, mentre incassa il favore della Camera e del Senato al Def (con 197 voti a favore alla Camera e con 96 al Senato).
Si dovrà aumentare il debito pubblico per confermare tutto anche nel 2025 e gli analisti prevedono che l’andamento del debito potrebbe essere leggermente più ripido. Il Governo vuol correre ai ripari per quel che riguarda i bonus edilizi ed è pronto a presentare un emendamento che preveda la fruizione delle detrazioni del superbonus in 10 anni invece che in 4. In questo modo l’impatto delle mancate entrate sarebbe minore a livello annuale e, proprio per questo, maggiormente gestibile.
Quali misure saranno riconfermate?
Che Giorgetti non veda di buon occhio i bonus edilizi, ormai è risaputo al punto che il Ministro ha definito la crescita del Paese basata “sull’Lsd dei bonus”.
In tutto questo, ciò che interessa maggiormente gli italiani è capire quali sono le misure che il Governo è disposto a confermare il prossimo anno. Fermo restando che il taglio dell’Irpef è blindato, visto che è la misura che consente un risparmio alla maggior parte dei contribuenti, su cosa altro potremo contare nel 2025?
Gran parte della copertura necessaria per il taglio dell’Irpef, infatti, viene dalla riforma stessa. Il fondo taglia -tasse che viene dall’attuazione della delega fiscale, però, servirà a finanziare anche la riforma della riscossione (che prevede rateizzazioni che passerebbero da 72 a 84 rate nel 2025 e poi, gradualmente, fino a 120 rate) che costerebbe da qui al 2036 2,2 miliardi di euro.
I proventi del concordato preventivo biennale, invece, dovevano servire a finanziare il bonus sulle tredicesime di 100 euro che era stato annunciato ma poi non discusso. L’idea di base, in questo caso, era quella di coprire una spesa certa (il bonus tredicesime) con una incerta (proventi del concordato a cui non si sa quante partite Iva aderiranno). Ora resta da vedere che fine farà il bonus tredicesime, insieme al futuro incerto che aleggia sul taglio al cuneo fiscale, sulla riduzione del canone Rai e sul finanziamento del bonus mamme.
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