Stipendi con nuova Irpef e taglio al cuneo fiscale: la trappola dei 35.000 euro

Patrizia Del Pidio

04/01/2024

Ecco a chi lo sconto Irpef non garantisce un beneficio, ma una vera e propria perdita economica sulla busta paga.

Stipendi con nuova Irpef e taglio al cuneo fiscale: la trappola dei 35.000 euro

Nuova Irpef e taglio del cuneo fiscale riconfermato per il 2024. Le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 si combineranno con la riforma fiscale portando benefici per i lavoratori che potranno beneficiare di una doppia agevolazione.

Da una parte, infatti, c’è la riduzione dell’Irpef con l’accorpamento del primo e secondo scaglione di reddito; dall’altra c’è la riconferma dello sconto contributivo del 7% per redditi fino a 25.000 euro e del 6% per redditi fino a 35.000 euro. Per capire perché la soglia dei 35.000 euro diventa una trappola, però, bisogna analizzare meglio entrambe le misure.

Aumento stipendio per riduzione scaglioni Irpef, per chi?

L’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef sotto l’aliquota unica del 23% porta un piccolo vantaggio a tutti i redditi fino a 50.000 euro, oltre questa soglia, infatti, l’aumento previsto di 260 euro l’anno è annullato dalla franchigia prevista sulle detrazioni al 19%.

Gli scaglioni di reddito Irpef scendono a tre e il nuovo modello per pagare l’Irpef è il seguente:

  • aliquota al 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • aliquota al 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • aliquota al 43% per redditi eccedenti i 50.000 euro.

Il beneficio non deve essere guardato solo dal punto di vista dell’Irpef lorda, ma anche da quello delle detrazioni che, per i lavoratori dipendenti, passano da 1.880 euro a 1.955 euro.

Per i redditi da zero a 8.500 euro il beneficio è pari a 75 euro annui, ovvero l’aumento delle detrazioni da lavoro previsto. Per redditi tra 15.000 e 28.000 euro c’è un aumento pari a 260 euro grazie al 2% in meno pagato sull’Irpef a cui aggiungere anche il beneficio apportato dalle detrazioni maggiori previste. In corrispondenza delle fasce di reddito fino a 28.000 euro la variazione dell’aliquota media (con l’esclusione dei redditi fino a 8.500 euro) è pari allo 0,9%.

L’aliquota media, invece, scende per i redditi oltre i 28.000 inizia a scendere, anche se il beneficio rimane costante a 260 euro, per raggiungere lo 0,5% per redditi che si avvicinano ai 50.000 euro, dopo il superamento di questa soglia, il beneficio si azzera per effetto della franchigia da 260 euro sulle detrazioni fiscali al 19%.

Con il taglio al cuneo fiscale scatta la trappola dei 35.000 euro

La trappola dei 35.000 euro è vista come una specie di paradosso alle novità inserite dal 2024. Il cuneo fiscale è la somma di tutte le imposte che il contribuente è chiamato a pagare: tagliare il cuneo fiscale, quindi, significa aumentare lo stipendio (visto che tassazione sullo stesso diminuisce). Uno sconto sulle trattenute in busta paga diventa un bonus, un importo in più sullo stipendio.

Il taglio del cuneo fiscale confermato dal governo prevede un taglio del 7% per chi ha reddito da lavoro dipendente fino a 25.000 euro e del 6% per chi ha reddito da lavoro dipendente fino a 35.000 euro. Il beneficio tocca il limite massimo di 1.600 euro per il taglio al 7% e di 1.900 euro circa per il taglio al 6% (con l’aumento del reddito aumenta anche l’importo del “bonus”). Oltre i 35.000 euro il beneficio non spetta più.

Ovviamente, anche a causa dell’accorpamento degli scaglioni Irpef ci sarà chi si troverà a superare, anche se di poco, il tetto massimo dei 35.000 euro perdendo, di fatto, il diritto al taglio al cuneo fiscale. Per beneficiare, quindi, di uno sconto di 260 sull’Irpef, si perde il beneficio di 1.900 euro lordi portati dal taglio al cuneo fiscale.

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# IRPEF

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