L’Iscro è la cassa integrazione per le partite Iva: la domanda per il 2022 si può presentare dal 1° maggio. Vediamo le istruzioni Inps, i requisiti e le novità sugli importi.
Cos’è l’Iscro e come funziona? La misura è stata introdotta dalla legge di Bilancio 2021 e consiste nella cassa integrazione per le partite Iva (è l’acronimo di Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa).
L’indennità spetta ai lavoratori titolari di partita Iva in possesso di determinati requisiti, per esempio l’iscrizione alla gestione separata Inps.
Le istruzioni per presentare domanda nel 2022 si trovano nel messaggio Inps n. 1569 del 7 aprile: vediamo come presentare istanza e le novità sugli importi.
Iscro, la cassa integrazione per partite Iva: la guida
Cos’è e come funziona l’Iscro
Ad annunciare l’arrivo della nuova cassa integrazione per autonomi, professionisti e partite Iva era stato il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani.
L’idea alla base della misura è quella di fornire un sostegno alle categorie di cui sopra simile a quello fornito per i dipendenti. La nuova cassa integrazione si chiama Iscro (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa), non è ancora operativa, ma garantirà un sostegno mensile compreso tra 250 e 800 euro al mese per un periodo massimo di 6 mesi.
L’indennità non concorre alla formazione del reddito.
Requisiti e importi
Non tutte le partite Iva possono accedere all’Iscro. A individuare i requisiti è l’articolo 1 comma 388 della Legge di Bilancio 2021:
- iscrizione alla Gestione separata dell’Inps;
- aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente la presentazione della domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni precedenti l’anno anteriore la presentazione della domanda;
- apertura della partita Iva da almeno 4 anni;
- reddito complessivo dichiarato non superiore a 8.229,76 euro per il 2022.
La nuova cassa integrazione garantisce ai beneficiari un indennizzo mensile erogato dall’Inps per un periodo di 6 mesi.
L’INPS, con la circolare n. 26 del 16 febbraio, aumenta il limite di reddito con cui si può accedere alla prestazione a 8.299,76 euro (nel 2021 era di 8.145 euro all’anno).
Per quanto riguarda gli importi, per l’anno 2022 l’indennità non può essere inferiore a 254,75 euro e non può superare l’importo di 815,20 euro. Per il 2022 c’è un piccolo aumento negli importi: nel 2021 le cifre dell’indennità erano comprese tra i 250 e gli 800 euro.
Attenzione: la cassa integrazione per le partite Iva si può richiedere una sola volta. Questo significa che chi ha già ottenuto l’indennità lo scorso anno non può chiederla di nuovo.
Beneficiari ed esclusi
I beneficiari dell’Iscro sono circa 300.000: il nuovo ammortizzatore sociale spetta a categorie prive di Ordine come comunicatori, pubblicitari, web manager, consulenti pubblicitari, traduttori e venditori porta a porta.
A rimanere esclusi saranno, invece, i lavoratori che non rispettano i requisiti richiesti per beneficiare dell’indennità, come architetti, avvocati, medici e giornalisti ad esempio, in quanto iscritti a una cassa di previdenza privata.
Infine, l’ISCRO non è cumulabile con il Reddito di Cittadinanza.
Aliquota finanziamento Iscro: le novità Inps
A dare tutte le informazioni di riferimento in merito alle aliquote per il calcolo della somma dovuta a professionisti, autonomi e collaboratori, con i relativi minimali e massimali di reddito è la circolare Inps n. 12 del 5 febbraio.
L’aliquota di finanziamento dell’Iscro è pari allo 0,26% per il 2021, mentre nel 2022 e nel 2023 sarà pari allo 0,51%.
L’aliquota per il calcolo dei contributi Inps dovuti nel 2021 dai professionisti iscritti alla Gestione separata sale quindi al 25,98%; è pari al 34,23% per i collaboratori che finanziano la Dis-Coll.
Come fare domanda per l’Iscro
Le istruzioni per presentare domanda nel 2022 si trovano nel messaggio Inps n. 1569 del 7 aprile.
Il titolare di partita Iva in possesso dei requisiti dovrà inoltrare domanda online direttamente all’Inps dal 1° maggio ed entro la scadenza del 1° ottobre 2022.
La domanda va presentata sui canali Inps, a cui si accede tramite le credenziali Spid, Cns oppure Cie.
Si ricorda che l’accesso all’indennità è ammesso una sola volta nel triennio 2021, 2022 e 2023, quindi non potranno accedere all’Iscro per l’anno 2022 coloro che ne hanno già beneficiato nel 2021.
La domanda per l’accesso all’indennità Iscro potrà essere effettuata tramite la relativa applicazione presente nel portale istituzionale dell’Inps: l’Istituto avvertirà con un’apposita comunicazione sul proprio sito quando il nuovo servizio sarà rilasciato.
Nel momento in cui si presenta la domanda, il contribuente deve autocertificare i redditi prodotti per ciascuno degli anni di interesse, a meno che gli stessi non siano già a disposizione dell’Istituto.
In questo caso, ai fini della verifica dei requisiti reddituali, verranno presi in considerazione i dati reddituali di cui dispone l’Istituto, che saranno precaricati nel pannello di domanda.
Per la successiva verifica dei requisiti, l’Inps comunica all’Agenzia delle entrate i dati identificativi dei soggetti che hanno presentato domanda e, a seguire, l’Agenzia delle entrate comunica all’Inps l’esito dei riscontri effettuati sulla verifica dei requisiti reddituali con le modalità e nei termini definiti mediante accordi di cooperazione tra le Parti.
Domanda respinta: come chiedere il riesame
Il titolare di partita Iva deve seguire la procedura disponibile nella stessa sezione del sito Inps in cui è stata presentata la domanda, denominata “Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (Iscro)”:
- una volta effettuato l’accesso, l’applicazione mostrerà in evidenza nella sezione “Le mie ultime domande” l’istanza di indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa con il riepilogo delle informazioni principali;
- in questa sezione si vedono anche le domande con esito negativo, per le quali è possibile usare il tasto “Richiedi riesame”.
La funzionalità che consente di richiedere il riesame è accessibile anche visualizzando i dettagli della domanda a partire dalla sezione “Le mie richieste”, disponibile nel menu di sinistra.
Una volta attivata la funzione per la richiesta di riesame, l’Inps chiede all’utente le motivazioni che hanno portato alla richiesta di riesame. Il contribuente può allegare eventuali documenti a supporto della sua richiesta.
A questo punto basta cliccare su “Presenta richiesta di riesame” per trasmettere la domanda, e sarà possibile accedere alla ricevuta con il numero di protocollo.
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