L’Italia è debole, segnala l’Istat, ma un cambiamento è ancora possibile. Ecco i dati della Nota mensile dell’Istituto di Statistica.
La situazione è seria ma non irreversibile. È quanto emerge dalla Nota mensile dell’Istat sull’economia italiana da cui si evince che l’Italia è debole, sì, ma che un possibile cambiamento non è da escludere.
Secondo l’Istituto di Statistica, si mantiene stabile il mercato del lavoro mentre è peggiorata la fiducia di famiglie e consumatori, ma allo stesso tempo le imprese sono tornate a mostrare vivacità.
Nel complesso, la fase di debolezza del nostro Paese è evidente ma c’è possibilità di ripresa.
Le imprese
Nel documento, l’Istat spiega che i dati congiunturali mostrano nel complesso una fase di debolezza dell’economia italiana.
In particolare, la produzione industriale – sebbene a gennaio abbia fatto registrare un aumento dell’1,7% rispetto a dicembre 2018 – ha mostrato una variazione congiunturale negativa (-1,8%) per il periodo novembre-gennaio. L’unico settore leggermente migliorato è quello dell’energia, mentre i beni di consumo hanno registrato il calo più evidente.
“Gli ordinativi dell’industria (in termini nominali) hanno mostrato una dinamica analoga alla produzione, con una robusta crescita a gennaio (+1,8% m/m) e una flessione negli ultimi tre mesi (-2,1%) a sintesi di un forte calo della componente estera (-4,7%) e di una stazionarietà di quella interna”
aggiunge l’Istat.
Lavoro e famiglie
Allo stesso tempo, il mercato del lavoro si presenta piuttosto stabile sebbene sia tornata ad aumentare la disoccupazione. Secondo quanto si legge nel documento
“Nel trimestre dicembre-febbraio, il numero degli occupati è rimasto invariato in presenza di una diminuzione dei dipendenti a termine (-0,6%), e di un aumento di quelli permanenti (+0,2%). Nello stesso periodo, il tasso di disoccupazione si è mantenuto sugli stessi livelli del trimestre precedente, condizionato dal peggioramento di febbraio”.
In questo contesto, le previsioni per i prossimi mesi non sono del tutto incoraggianti per il mercato del lavoro e la fiducia di imprese e consumatori non è ancora risalita. Così se da una parte sono leggermente cresciuti i consumi, dall’altra è calata la propensione al risparmio.
Possibile un cambiamento
Peggiorati quindi sia il clima economico che le prospettive future ma, secondo l’Istat, non tutto è ancora perduto.
“L’indicatore anticipatore ha segnato una flessione di intensità ridotta rispetto a febbraio, suggerendo un possibile cambiamento rispetto alla fase di contrazione dei livelli di attività economica manifestatasi negli scorsi mesi”
mettono nero su bianco gli esperti.
La situazione italiana si inserisce in un più ampio scenario politico-economico internazionale caratterizzato dalle incertezze che provengono sia dall’Europa, con il processo Brexit tutto da definire, sia dai negoziati in corso tra Usa e Cina.
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