In questi giorni cruciali per l’evoluzione dei contagi, in Italia cresce il timore di nuove chiusure. L’allarme è duplice: sale la povertà, diminuisce il guadagno di settori chiave
L’Italia di nuovo alle strette a causa della pandemia.
I contagi hanno superato la soglia dei 10.000 nella giornata di venerdì 16 ottobre e gli esperti sono tornati a lanciare l’allerta sanitaria. Un quadro poco rassicurante, dal quale non emerge un prossimo futuro ottimistico.
Il Governo, infatti, si appresta a dare nuove indicazioni per evitare il diffondersi dei positivi, con un probabile DPCM tra domenica e lunedì. Coprifuoco alle ore 22.00? Chiusura di negozi non essenziali? Divieto di spostamenti? Didattica a distanza?
Tutti interrogativi leciti, dinanzi all’incertezza sul da farsi e, soprattutto, all’esigenza di mettere un freno all’impennata in corso. Intanto, però, l’allarme contagi in Italia ne sta trascinando altri due: aumenta la povertà e cresce il rischio crisi del commercio.
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Italia: con COVID ci sono sempre più poveri
I poveri, e non sorprende vista la situazione, sono in aumento in Italia. Un incremento repentino ed evidente quello che la Caritas ha osservato nel suo ultimo report.
Nel periodo maggio-settembre 2020, le nuove persone indigenti sono state il 45%, rispetto al 31% dello stesso periodo dell’anno prima. L’aspetto allarmante è che, una persona su due che si è rivolta all’ente per chiedere aiuto, lo ha fatto per la prima volta. A testimonianza, quindi, che la crisi sanitaria in atto ha avuto effetti non calcolabili completamente a livello economico, generando una povertà spesso non conteggiata.
Le famiglie con bambini minori a carico, donne, giovani e interi nuclei familiari di origine italiana (il 52% rispetto al 47,9 del 2019), non straniera, si sono affacciate alle porte della Caritas in questi mesi.
E la triste novità è stata registrare l’esordio di piccoli commercianti e di lavoratori autonomi come nuovi poveri, complessivamente 2.073 nel periodo preso in esame.Non a caso, gli enti Caritas hanno attivato fondi specifici di sostegno per affitto, mutui, acquisti necessari per le attività economiche.
Le imprese tremano con rischio lockdown
Un accorato appello è giunto anche dal lato imprese. Confcommercio, con le parole del presidente Sangalli, ha lanciato un allarme:
“Questa nuova emergenza sanitaria, con coprifuochi e chiusure anticipate dei pubblici esercizi, aumenta l’incertezza e mette a rischio decine di migliaia di imprese”
Nello specifico, l’incertezza nella quale è avvolto il quarto trimestre a causa della dinamica dei contagi avrà ripercussioni pesanti sui settori della convivialità e del turismo, che, nelle stime dell’ente “non verranno coinvolti dalla ripresa del PIL”.
Il mondo delle piccole imprese sta già tremando dinanzi alla possibilità di nuove strette sulle aperture. Lo studio di Confcommercio, infatti, ha sottolineato che il recupero avviato nei mesi estivi è stato troppo esiguo.
Il turismo, i trasporti e i servizi legati al tempo libero, hanno avuto perdite anche otre il 50% rispetto al 2019 e la ripresa ancora non è evidente. Minori consumi interni si sono affiancati a un crollo della domanda estera, che in autunno rappresenta in vece il 60%.
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