L’idea di un’Italia fuori dall’euro continua a spaventare le aziende di tutto il mondo. Perché c’è ancora così tanta preoccupazione nei confronti del Belpaese?
La paura che l’Italia possa lasciare l’euro è più che concreta tra i Consigli d’Amministrazione di molte società operanti in tutto il mondo.
La considerazione ha trovato conferma in un recente sondaggio trimestrale del CNBC Global Council, che rappresenta alcune delle più grandi aziende pubbliche e private, per una gestione collettiva di oltre 4.500 miliardi di dollari in valore di mercato.
Secondo i dati, quasi il 77% degli intervistati provenienti da tutto il mondo teme che l’Italia possa voltare le spalle all’Europa.
La diffidenza del nuovo governo italiano nei confronti di Bruxelles, unita alla sensazione che la più grossa fetta di potere decisionale sia ora nelle mani del leader del Carroccio Matteo Salvini, ha suscitato più di qualche timore tra i dirigenti.
Molti credono che l’euroscetticismo rappresenti la politica principale della nuova coalizione italiana Lega-5 Stelle. Non sono infatti sfuggite all’attenzione dei CdA di molte importanti aziende le numerose critiche del Belpaese alle linee guida dell’Unione europea in materia di immigrazione, spesa pubblica, accordi commerciali, agricoltura e sanzioni contro la Russia.
I risultati: due su tre preoccupati per un voto d’uscita dalla moneta unica
Quasi 2 intervistati su 3 si sono dichiarati un po’ preoccupati che l’Italia possa effettivamente votare un’uscita dall’euro, perché avrebbe un impatto negativo sulle loro società nei prossimi sei mesi; mentre la percentuale sale al 90% quando la domanda riguarda i timori per l’intera economia europea.
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Il sondaggio trimestrale è stato effettuato dal CNBC Global Council e ha preso in esame le opinioni dei membri del CdA di numerose società operanti in tutto il mondo. Più nel dettaglio, sono stati 43 dei 103 membri attuali a rispondere questo trimestre, inclusi 20 membri con sede in Nord America, 17 membri con sede nell’area EMEA e sei membri basati su APAC.
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Nel complesso però le prospettive economiche globali del CNBC Global Council per la zona euro rimangono positive, con 20 intervistati su 42 che vedono un miglioramento del PIL europeo. Il rating attribuito all’Eurozona è stabile.
Una domanda ha riguardato anche l’impatto del voto nel 2016 in Regno Unito che ha decretato la cosiddetta Brexit. Quasi il 63% degli intervistati ha dichiarato che il voto ha già avuto un effetto negativo sull’economia britannica, mentre per quasi il 12% l’impatto è stato molto negativo.
Ma prendendo in esame solo la propria azienda, per quasi il 70% dei dirigenti non c’è stato nessun impatto.
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