Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il terzo decreto per l’invio di armi in Ucraina. Il governo si divide, ma non fa un passo indietro. La lista delle armi rimane segreta.
Dopo il vertice tra Mario Draghi e Joe Biden, che si è tenuto martedì alla Casa Bianca, l’Italia ha deciso l’invio di armi anche pesanti all’Ucraina. Il terzo decreto per l’invio di armi è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale con la firma dei ministri della Difesa, dell’Economia e degli Esteri. Impossibile sapere quante e quali saranno le armi e mezzi militari inviati all’Ucraina la lista infatti è secretata. Sarà Lorenzo Guerini, ministro della Difesa, a descrivere punto per punto la lista delle armi (anche pesanti) durante la riunione al Copasir (comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica). La riunione, a sua volta, si terrà al buio.
Stanno però circolando nomi di armi e mezzi che l’Italia possiede e potrebbe inviare all’Ucraina. Tra queste l’ipotesi dell’invio di obici 155/39 FH-70 e carri armati Leopard. La maggioranza di Governo non è d’accordo e si sta dividendo tra chi è contro l’invio delle armi e chi rimane cauto nelle affermazioni. Draghi però tira avanti e nella prossima riunione, prevista per il 17 maggio, dovrà riuscire a mettere tutti d’accordo.
A oggi è evidente che senza il sostegno esterno l’Ucraina non sarebbe riuscita a contrattaccare la forza russa. Allo stesso tempo è ingenuo pensare che Russia e Ucraina si siederanno al tavolo dei negoziati come pari. Molto più probabilmente saranno gli Stati Uniti a giocare un ruolo da “mediatore”, ponendosi come estremo difensore della pace in Europa.
L’impegno dell’Italia in Ucraina: via libera al terzo decreto per l’invio di armi
Per spingere la Russia a trattare l’Ucraina deve mostrare di potersi ancora difendere. L’invio di armi, secondo Mario Draghi e chi ha firmato il decreto, risponde a questa necessità. Dopotutto le trattative tra Russia e Ucraina stagnano da diverso tempo, con la prima che accusa la seconda di non voler giungere la pace, mentre continua i bombardamenti sulle città. La situazione poi si fa sempre più tesa tra Russia e Stati Uniti in merito all’ingresso di altri Paesi nella Nato, come Svezia e Finlandia. Una mossa che, se dovesse essere confermata, sposterebbe l’equilibrio dell’alleanza verso il Baltico, aumentando il senso di accerchiamento della Russia.
L’Italia fa la sua parte ancora una volta, la terza volta e si impegna a inviare nuove armi “difensive” all’Ucraina. C’è chi sostiene che nella lista segreta delle armi siano presenti anche mezzi e strumenti pesanti, pensati per l’attacco. Superata l’idea che ci siano armi di difesa e armi di attacco, cosa significa inviare armi di questo genere? Draghi e gli altri leader europei sono stati piuttosto chiari: la guerra non può durare per sempre. Bisogna spingere le parti a trattare e a farlo il prima possibile. Più armi vengono inviate, più la pressione sulla Russia cresce. Se è la strategia vincente è ancora presto per dirlo.
Quali armi invieremo all’Ucraina: la lista è segreta
Il contenuto della lista è segreto e anche se in molti, da tempo, chiedono trasparenza, la risposta del ministro della Difesa rimane la stessa di sempre: è stata secretata per ovvi motivi di riservatezza. Eppure, anche in questo caso, c’è chi fa notare i mezzi e le armi che potremmo inviare.
La lista delle fornitura militare non sarà come le precedenti, infatti alcuni materiali sono andati esauriti. Tra quelli che potrebbero essere inviati troviamo:
- M113, veicolo cingolato da trasporto truppe
- Lince Vtlm, veicolo tattico leggero multiruolo
- Leopard, carri armati
- Obici FH-70
- munizioni
- kit di sopravvivenza
La presunta lista è stata stilata dopo che Lorenzo Guerini ha detto che questa riguarderà in maniera generica i sistemi controcarro, sistemi di difesa aerea a cortissimo raggio, mortai, munizionamento di artiglieria, sistemi di comunicazione, dispositivi di protezione individuale e kit di sopravvivenza.
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