Italia promossa da Fitch, ma queste stime fanno tremare il nostro Paese

Violetta Silvestri

19 Novembre 2022 - 11:20

L’agenzia Fitch ha confermato il rating dell’Italia, promuovendo la crescita del Paese in questo 2022. Tuttavia, la nostra nazione rischia di cadere nella trappola debito. Alcune stime lo confermano.

Italia promossa da Fitch, ma queste stime fanno tremare il nostro Paese

Italia promossa da Fitch, ma con prudenza: i conti pubblici e la crescita economica del nostro Paese sono davvero al sicuro?

La risposta non è pienamente positiva stando non solo alle indicazioni dell’agenzia di rating, ma anche alle analisi di esperti sul peso del debito pubblico. Perché i prossimi decenni sono a rischio per la stabilità finanziaria nazionale?

L’Italia resta un Paese osservato speciale in questo complesso periodo storico caratterizzato da inflazione elevata e venti di recessione: la valutazione di Fitch e le stime degli analisti Bloomberg (che inquietano sul debito).

Fitch non boccia l’Italia: luci e ombre sul Paese

Rating BBB e outlook stabile: con questo esito l’agenzia Fitch ha mantenuto invariato il giudizio sull’Italia nella nota del 18 novembre.

Nello specifico, ha fatto riferimento alla buona performance del Pil in questo 2022, stimando una crescita migliore delle precedenti previsioni per l’anno in corso, a +3,6%.

A supportare questo ottimismo per la nazione sono stati citati: un’economia diversificata e ad alto valore aggiunto, l’appartenenza alla zona euro, le istituzioni solide e un Pil pro capite aumentato.

Va posta attenzione, però, ai prossimi trimestri poiché dalla fine del 2022 in poi la guerra in Ucraina e la crisi energetica saranno ancora degli shock. Per l’Italia, le stime di crescita sono di -0,4% nel 2023 e del 2,2% nel 2024.

Inoltre, Fitch ha ribadito i punti deboli del nostro Paese: i fondamentali macroeconomici e fiscali sono deboli. Il debito pubblico è elevato e il contesto di rendimenti in crescita sarà un problema, che si aggiunge a uno scenario di crescita comunque in rallentamento.

Italia nella trappola del debito: gli scenari sono da incubo

Che il debito pubblico sia il tallone d’Achille del nostro Paese è ben noto. Un’analisi degli esperti Bloomberg, però, lo ha ricordato con stime e valutazioni che non sono molto rassicuranti.

Il punto è che con l’aumento dei rendimenti, il rapporto debito/Prodotto interno lordo dell’Italia è sulla buona strada per raggiungere quasi il 190% entro il 2040, dall’attuale 150%. A gennaio, quella cifra era invece vista diminuire leggermente in quel lasso di tempo.

Stabilizzare il rapporto debito/Pil richiederebbe di far oscillare il saldo primario (la differenza tra gettito fiscale e spesa per investimenti e servizi pubblici) a un avanzo del 3% del Pil, da un disavanzo dell’1,8% nel 2022. Ciò richiederebbe un duro lavoro misure di austerità, improbabile da sostenere.

Gli oneri finanziari dell’Italia sono aumentati vertiginosamente. Il rendimento del decennale è ora in un territorio visto l’ultima volta nel 2014. Il costo del servizio del debito italiano salirà bruscamente man mano che le vecchie obbligazioni matureranno e ne verranno emesse di nuove.

Attualmente, Roma stanzia circa il 4,3% del Pil all’anno per il pagamento delle cedole. La percentuale raddoppierà quasi all’8,2% entro il 2040 in uno scenario politico invariato, utilizzando le attuali aspettative di mercato per i tassi di interesse.

Lo scenario di base di Bloomberg vede l’Italia passare a un avanzo primario dell’1,3% del Pil entro il 2031, da un deficit dell’1,8% nel 2022, e mantenerlo fino al 2040. La media dal 2002 al 2019 è stata dell’1,3%, ma va ricordato che questo periodo conteneva un lungo periodo di austerità fiscale che sarà difficile mantenere nuovamente.

L’Italia dovrebbe quasi triplicare il suo saldo primario a circa il 3% del Pil solo per stabilizzare il suo rapporto debito/Pil. L’articolo fa notare che, l’ultima volta che il Paese è stato soggetto a una stretta di tale portata, gli elettori hanno rapidamente cacciato dall’incarico il primo ministro tecnico Mario Monti, inaugurando un lungo periodo di instabilità politica.

La strada di conti pubblici italiani potrebbe essere ancora in salita.

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