L’Italia rischia di perdere sovranità digitale mentre grandi player internazionali come Google e KKR acquisiscono il controllo su infrastrutture strategiche.
«Sono oggi evidentissime le influenze determinanti di alcune lobbies economiche e finanziarie e di gruppi di potere oligarchici. A ciò si aggiunga la presenza sempre più pressante della finanza internazionale, il pericolo della svendita del patrimonio pubblico, mentre peraltro continua la quotidiana, demagogica esaltazione delle privatizzazioni» scriveva in netto anticipo sui tempi l’ex leader socialista Bettino Craxi, nel 1997 («Io parlo, e continuerò a parlare», Mondadori).
La «globalizzazione», spiegava, «non viene affrontata dall’Italia con la forza, la consapevolezza, l’autorità di una vera e grande Nazione, ma piuttosto viene subita in forma subalterna in un contesto di cui é sempre più difficile intravedere un avvenire, che non sia quello di un degrado continuo, di un impoverimento della società, di una sostanziale perdita di indipendenza».
Le parole dell’ex premier riecheggiano ancora oggi mentre le infrastrutture strategiche del nostro Paese vengono vendute ai grandi fondi americani. [...]
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