Il nuovo DEF del governo Meloni non presenta le cosiddette stime programmatiche, eppure le scelte di austerità fiscale sono evidenti.
Il recente Documento di Economia e Finanza pubblicato dal governo sta ancora facendo discutere. In particolare, per la scelta inusuale di non pubblicare le previsioni programmatiche di bilancio.
Infatti, il DEF, che viene deciso ogni anno dal governo entro ogni 30 aprile, ha sempre previsto al suo interno – oltre ad una stima su come si evolverebbero le principali variabili macroeconomiche nel contesto vigente – una parte programmatica in cui esprimeva già le proprie intenzioni in termini di saldo di bilancio per gli anni successivi, considerando la futura legge di bilancio. E allora perché il governo ha optato per un’omissione palese dei saldi programmatici?
La motivazione (o scusante) ufficiale contenuta nello stesso documento sarebbe che a causa della revisione del Patto di Stabilità e Crescita da parte dell’Unione Europea, questa fase sarebbe da considerarsi transitoria e non essendoci una traiettoria di bilancio concordata avrebbe poco senso pubblicare ora le stime programmatiche. Un ragionamento che sembra stridere da un lato con la propaganda fatta dal governo su di un nuovo Patto di Stabilità migliorativo (se è davvero migliorativo perché non mostrare subito dei numeri migliori?) e dall’altro con la palese realtà: dopo le europee vi sarà un probabile assestamento per rimanere in linea con i numeri prefissati. [...]
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