L’uomo più ricco del mondo lavorava illegalmente negli Stati Uniti, Biden lancia l’accusa a Musk

Violetta Silvestri

3 Novembre 2024 - 15:15

Musk è accusato di aver lavorato illegalmente appena entrato negli Usa dal Sud Africa. La notizia offrirebbe un’immagine assai controversa dell’uomo più ricco del mondo avverso agli immigrati.

L’uomo più ricco del mondo lavorava illegalmente negli Stati Uniti, Biden lancia l’accusa a Musk

Un rapporto del Washington Post ha rivelato, sulla base delle testimonianze di ex collaboratori aziendali, documenti procedurali e commerciali, che Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e uno dei maggiori donatori della campagna presidenziale di Donald Trump per le elezioni Usa, lavorava illegalmente quando lui è arrivato negli Stati Uniti dal Sud Africa per fondare la sua prima start-up.

Secondo le accuse del Post, che l’imprenditore smentisce, sarebbe entrato nel Paese con un visto studentesco, con il quale non gli era permesso lavorare, ma non si sarebbe mai iscritto ai corsi dell’Università di Stanford che avrebbe dovuto frequentare.

Il presidente americano Joe Biden ha quindi colto l’occasione per criticare, durante una manifestazione elettorale a Pittsburgh, nel decisivo Stato della Pennsylvania, l’apparente ipocrisia di Musk. Divenuto uno dei paladini della retorica anti-immigrazione di Trump, nonché un critico intransigente della politica delle “frontiere aperte” che, secondo la campagna del candidato repubblicano, ha incoraggiato l’apatia dell’amministrazione Biden, l’uomo più ricco del mondo avrebbe quindi smentito la sua stessa storia.

Le accuse di Biden a Musk: “lavoratore illegale negli Usa”

“È l’uomo più ricco del mondo e qui si è scoperto che lavorava illegalmente...Doveva essere a scuola quando arrivò con un visto per studenti. Ma non è andato all’università. Ha infranto la legge. E ora parli di tutti quei [lavoratori] illegali che arrivano in questo Paese?”, queste le parole avvelenate di Biden contro il più celebre sostenitore di Trump, il miliardario Musk.

Musk non ha esitato a rispondere su X, un social network di sua proprietà: “Il burattino Biden sta mentendo”. Tuttavia, la vicenda venuta a galla dal Washington Post non è stata chiarita.

I suoi investitori, secondo il Post, erano all’epoca preoccupati che Musk potesse essere deportato poiché lavoratore irregolare e gli hanno dato una scadenza per ottenere un visto di lavoro. Il rapporto cita anche un’e-mail del 2005 di Musk ai cofondatori di Tesla in cui riconosceva che quando arrivò negli Stati Uniti non aveva l’autorizzazione a lavorare.

Musk, da immigrato a nemico di immigrati

La questione sta facendo un certo scalpore considerando le posizioni nette assunte da Musk durante la campagna elettorale a favore di Trump.

Nelle manifestazioni che ha tenuto da solo a sostegno dell’ex presidente, Musk ha addirittura abbracciato spudoratamente la teoria del grande ricambio, un argomento caro all’estrema destra americana che assicura che la sinistra sta lasciando entrare un flusso di immigrati per alterare demograficamente il Paese:

“Vedo un tentativo deliberato di importare quante più persone possibile in stati oscillanti come la Pennsylvania per garantire che l’America diventi un Paese monopartitico”, ha dichiarato in una di queste manifestazioni. Anche se, ha aggiunto, “i falsi media tradizionali” cercano di nasconderlo.

Se le informazioni fornite dal Post fossero vere, le parole dell’uomo più ricco del mondo contraddirebbero chiaramente le sue azioni quando da giovane si stava facendo strada negli Stati Uniti.

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