La Coca Cola fa davvero male?

Giorgia Bonamoneta

16/06/2021

La Coca Cola fa davvero male come afferma Cristiano Ronaldo? Siamo andati a rivedere gli studi finora effettuati sulla bevanda e la risposta è solo una.

La Coca Cola fa davvero male?

Non bevete la Coca Cola, bevete acqua”, l’invito di Cristiano Ronaldo durante la conferenza stampa prima dell’incontro Portogallo-Turchia ha avuto una grande risonanza. Tanto grande che il valore della multinazionale Coca Cola è crollato dell’1,6%, per una perdita totale di 4 miliardi di dollari.

A parte il consiglio di bere acqua, che non è certo una scoperta da attribuire al calciatore, è la dichiarazione sulla Coca Cola che ha scatenato il dibattito. Da anni si studiano gli effetti delle bevande zuccherate sulla salute, in particolare per verificare il collegamento tra queste e l’obesità infantile, ma anche di tutta una serie di malattie cardiovascolari che l’alto contenuto di zucchero e caffeina possono procurare.

Oltre l’acqua, primo ingrediente della Coca Cola, ogni altro suo elemento è sotto accusa. Ma fa davvero male? Secondo alcuni studi sì, ma tra le giuste informazioni sulla salute si celano anche delle bufale. Cerchiamo di capire quanto e perché la Coca Cola fa male.

La Coca Cola fa male perché contiene zuccheri e acidi

La Coca Cola è spesso sotto accusa, dai danni alla salute a quelli ambientali.

Non si può negare l’interesse prima di tutto economico della compagnia, ma molti dei complotti che la vedono protagonista sono essenzialmente figli di menti molto creative. Una bufala molto diffusa è quella sulla presunta morte di un bambino dopo la caduta dentro una vasca di lavorazione della bibita. Bufala, per l’appunto, che ha però fatto il giro del mondo, come ogni altra informazione in merito alla multinazionale.

Tutti gli ingredienti della Coca Cola sono considerati pericolosi, dagli acidi agli zuccheri, fino agli “aromi naturali” top secret, che secondi alcuni nasconderebbero l’utilizzo di foglie di coca per incentivare l’uso, tramite la dipendenza, della Coca Cola.

Ma vediamo quali sono gli ingredienti che compongono la bevanda zuccherina più famosa al mondo (dall’etichetta):

  • acqua
  • zucchero
  • anidride carbonica
  • colorante E150d
  • acidificante acido fosforico E338
  • aromi naturali (inclusa caffeina)

La lista degli ingredienti è pubblica, ma dietro “aromi naturali” si nasconde la formula segreta della Coca Cola. Secondo alcuni appunti ritrovati dopo 125 anni dalla prima produzione di Coca Cola, la formula segreta degli aromi conterebbe: estratto fluido di coca, acido citrico, citrato di caffeina, zucchero, succo di lime, vaniglia, caramello, alcool, olio di arancia, olio di limone, olio di noce moscata, coriandolo, olio di arancio amaro, cannella.

In realtà molti degli ingredienti sono stati rimossi nel corso del tempo, come per esempio l’estratto di coca (dalle foglie con la quale è prodotta la cocaina) eliminato nel 1900 o l’estratto di noci sostituito dalla caffeina. Tra gli ingredienti ancora presenti, vediamo invece quali sono considerati la causa, o presunta tale, di problemi alla salute.

Zucchero

Sono stati compiuti diversi esperimenti di laboratorio e non (spesso home made) sulla pericolosità degli zuccheri nella Coca Cola.

Molto discusso è stato l’intervento del farmacista brittanico Niraj Naik sul suo blog The Renegade Pharmacist. Il fatto stesso di essere stato pubblicato su un blog personale e non su una rivista scientifica dovrebbe mettere in dubbio il lettore, ma andiamo con ordine.

Naik, e in seguito anche il dottor J. Hills, scrivono che in una lattina sono presenti circa 10 cucchiaini di zucchero. Un dato che va contro le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che invita ad assumere un massimo di 6 cucchiaini di zucchero al giorno.

10 cucchiaini di zucchero corrispondono a meno di 30 grammi, un decimo della dose massima consentita per un adulto. Per un bambino invece è indicato un massimo di 25 grammi al giorno, almeno fino ai 18 anni. Quindi l’indicazione dei due esperti è un tantino più allarmistica di quello che dovrebbe essere.

Acidificante acido fosforico

L’acido fosforico è usato per rimuovere la ruggine e molte sono le testimonianze, anche video, di come con la Cola Cola si può tornare a far risplendere i propri metalli.

Viene usato per rendere la bevanda più acida come contrapposto allo zucchero. Secondo alcuni studi l’acido fosforico è la causa di osteoporosi, malattie renali e calcoli.

La Coca Cola fa male (nel caso se ne abusi)

A conti fatti gli ingredienti della Coca Cola non sono né troppo dannosi per la salute né troppo salutari.

Di per sé non è una bevanda adatta ai più piccoli, per via dell’alto contenuto di zucchero e non è neanche adatta a un consumo quotidiano. La chiave, secondo gli esperti, è la moderazione. Infatti non è il singolo uso a causare danni, ma l’abuso, come per moltissime altre sostanze o cibi e bevande.

Le dichiarazioni di Cristiano Ronaldo possono aver smosso un po’ le acque, ma bisogna imparare a distinguere informazione e disinformazione, senza creare allarmismi. A pranzo, con un pasto sostanzioso, bere una lattina di Coca Cola non causa nessun danno, al massimo aiuta la digestione. Berne più di un litro al giorno per anni invece provoca uno stato di depressione, nausea e costante senso di stanchezza, dato proprio dalla dipendenza da zuccheri.

Uno dei danni maggiormente riscontrati e con più prove è l’effetto che la Coca Cola ha sui denti.

Anche in questo caso non è l’uso sporadico a causare danni allo smalto, ma l’assenza di pulizia orale. Infatti è lo zucchero, presente il moltissime altre bevande e cibi, a causare danni allo smalto, non la formula della Coca Cola in sé per sé. Per esempio, gli studi dell’Università dell’Iowa dimostrano come il Gatorade, di cui Ronaldo è stato sponsor, sia molto più corrosivo per lo smalto dei denti rispetto alla Coca Cola o alla Red Bull, che a loro volta sono più corrosive della Coca Cola light, senza zuccheri o del succo di mele.

In conclusione, ancora una volta, l’invito è la moderazione nel consumo di bevande così tanto trattate e lavorate e, se possibile, favorire o sostituire l’energizzante con l’equivalente naturale.

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