La Cina dichiara guerra alla carne europea, ecco perché

Violetta Silvestri

28/06/2024

La risposta della Cina ai dazi Ue sulle auto elettriche è arrivata: Pechino ha dichiarato guerra alla carne suina esportata dai Paesi europei. Cosa significa questa mossa e chi rischia di più?

La Cina dichiara guerra alla carne europea, ecco perché

La Cina risponde ai dazi sulle auto elettriche e colpisce la carne europea.

Stando alle comunicazioni di Pechino, la guerra commerciale tra il dragone e il vecchio continente ha aggiunto un nuovo tassello con la minaccia contro l’export di prodotti alimentari a base di carne suina che coinvolge alcune importanti economie dell’Ue.

Il ministero del Commercio cinese ha annunciato lunedì 17 giugno di aver aperto un’indagine anti-dumping sulle importazioni di carne di maiale e dei suoi sottoprodotti provenienti dall’Unione. L’inchiesta dovrebbe concludersi entro un anno, ma potrebbe essere prorogata per altri sei mesi.

L’accusa cinese si basa sulla considerazione che l’industria suina dell’Ue abbia creato un eccesso di capacità e e beneficiato di ingenti sussidi, che hanno quindi impattato negativamente sull’industria suina nazionale cinese.

La formulazione della richiesta rispecchia accuse simili da parte di funzionari e industrie occidentali recentemente rivolte ai veicoli elettrici cinesi e alle esportazioni solari. Avviando questa guerra alla carne di maiale, che segue una precedente azione mirata di ritorsione contro il brandy, Pechino spera di fare pressione sui singoli governi europei affinché obblighino la Commissione europea ad abolire i dazi sui veicoli elettrici prima che vengano confermati, entro il 4 luglio.

La Cina contro il settore della carne europea, cosa aspettarsi?

L’Unione europea non è preoccupata per l’apertura dell’indagine da parte della Cina secondo le dichiarazioni ufficiali e la promessa è di garantire che l’indagine rispetti tutte le norme pertinenti dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Secondo i dati doganali, l’Ue ha rappresentato più della metà dei circa 6 miliardi di dollari di carne suina importata dalla Cina nel 2023, di cui circa un quarto proveniente dalla sola Spagna.

Al secondo e al terzo posto si trovano i Paesi Bassi e la Danimarca, che lo scorso anno hanno esportato in Cina prodotti a base di carne di maiale per un valore rispettivamente di 620 milioni di dollari e 550 milioni di dollari.

I toni rassicuranti dei vertici di Bruxelles, quindi, non sono gli stessi dei produttori e dei rappresentati di categoria. Quest’ultimi infatti timono che l’escalation di ritorsioni possa comunque impattare sul settore agricolo europeo, già indebolito da malcontenti e proteste in tutta Europa.

Patrick Pagani, vicedirettore generale del Copa Cogeca, l’organismo dell’industria agricola dell’Ue, ha affermato che non è accettabile che gli agricoltori rimangano intrappolati nel fuoco incrociato delle controversie commerciali riguardanti altri settori. “Non esistono pratiche antidumping effettive che possano essere attribuite al nostro settore della carne suina in Europa, ma ora non abbiamo altra scelta che prendere parte a questa indagine, che è un processo costoso e molto probabilmente porterà in ogni caso a perdite del mercato in Cina.”

La Spagna ha già dichiarato che avrebbe collaborato pienamente alle indagini delle autorità cinesi, essendo il Paese più reso di mira. Intanto, il gruppo di pressione del Consiglio danese per l’agricoltura e l’alimentazione ha avvertito che il settore suinicolo del Paese sarebbe “fortemente colpito” da eventuali restrizioni alle vendite in Cina.

Nella guerra commerciale tra Cina ed Europa sulla carne, potrebbero spuntare altri vincitori. I fornitori di carne suina provenienti dal Sud America, dagli Stati Uniti e dalla Russia potrebbero essere tra coloro che guadagneranno quote di mercato se Pechino limiterà le importazioni dall’Unione europea.

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