La classifica di chi evade più tasse in Italia

Patrizia Del Pidio

6 Giugno 2024 - 18:21

L’evasione è stata classificata per attività e per luogo di residenza, vediamo chi sono i peggiori e chi i più virtuosi.

La classifica di chi evade più tasse in Italia

Le partite Iva in Italia faticano a raggiungere il voto “8” nelle pagelle fiscali. Il triste quadro che traccia la tendenza al nero è stato rivelato dalle dichiarazioni dei redditi del 2023. La mappa del rischio evasione fiscale disegna delle zone vastissime di evasione con professionisti e attività commerciali che dichiarano cifre irrisorie, a cui è difficile credere (figuriamoci, poi, se ci crede il Fisco).

Il voto nell’affidabilità della dichiarazione ha una soglia minima individuata nell’8 che nelle pagelle fiscali sta a indicare proprio il minimo per ritenere affidabile la dichiarazione stessa.

Lavanderie, noleggio auto, ristoranti, pelliccerie, assistenza anziani, pesce ad acquacoltura sono solo alcune delle attività che il Fisco, in base alle dichiarazioni 2023, ritiene inaffidabili.

Chi sono i meno virtuosi nella classifica stilata dal Sole 24 Ore? La classifica è stata stilata in base ai dati che il dipartimento delle Finanze ha pubblicato sulle dichiarazioni di 2,3 milioni di lavoratori autonomi analizzate con degli algoritmi che valutano la congruità delle dichiarazioni in base al contesto geografico ed economico. Coinvolte 147 attività e il triste primato spetta alle lavanderie che, nel 78,5% dei casi risultano inaffidabili.

Le dichiarazioni inaffidabili delle partite Iva

Sono davvero poche le lavanderie che ottengono un voto sufficiente (e in questi casi i redditi medi dichiarati si attestano sui 26.000 euro). La maggior parte, però ha dichiarato redditi inferiori ai 7 mila euro. Stesso discorso per i noleggiatori di auto e per i ristoratoti, con una percentuale di inaffidabilità leggermente più bassa. Nel caso dei ristoratori, per esempio, la media dei redditi è di circa 53 mila euro, ma il 73% ha dichiarato per soli 8.000 euro.

Vediamo la classifica dei comparti dove l’evasione fiscale, in base agli indici di affidabilità, è maggiore:

  • Lavanderie 78,5%;
  • Noleggio auto 77,9%;
  • Gestione impianti sportivi 76,3%;
  • Ristoranti 72,8%;
  • Pelliccerie 72,5%;
  • Assistenza anziani e disabili 72,4%;
  • Sondaggisti 71,9%;
  • Pesca e acquacoltura 71%;
  • Lavorazione the e caffè 70,9%;
  • Associazioni e organizzazioni 70,6%.

Partite Iva, in quali casi c’è meno evasione?

Non tutto, però, è così negativo perché ribaltando la classifica le ultime posizioni rispecchiano le categorie che hanno per la maggioranza pagelle fiscali impeccabili. Chi sono i virtuosi del Fisco? La classifica delle 10 migliori categorie che hanno un tasso di affidabilità alto è così composta (la percentuale rispecchia sempre il tasso di inaffidabilità):

  • Farmacie 25%;
  • Studi medici 25,9%;
  • Attori 39,7%;
  • Notai 40,8%;
  • Paramedici 42%;
  • Fabbricazione di articoli in carta 42,4%;
  • Dottori commercialisti, ragionieri, periti e consulenti del lavoro 42,6%;
  • Professionisti informatica 43,5%;
  • Geologi 44%;
  • Veterinari 44,8%.

Quali sono le province a rischio maggiore?

Non solo per categorie di attività, ma anche per Regione di residenza. Quali sono i luoghi in cui si è più a rischio evasione fiscale? La maglia nera va a Molise, Basilicata e Sardegna e nello specifico alle città di Isernia, Taranto e Nuoro. Le Regioni più virtuose, invece, sono Trentino-Alto Adige (con Trento), Veneto (con Belluno) e Lombardia (con Lecco).

In Italia ci sono quasi 6 milioni di partite Iva e piccole imprese che pagano le tasse annualmente sulle stime delle dichiarazioni degli anni precedenti anche se, grazie all’avvento della fattura elettronica non sarebbe difficile prevedere un pagamento delle imposte per cassa dichiarando quello che si incassa e quello che si spende mese per mese, calcolando la differenza tra le due voci. Invece si paga l’anno successivo.

Anche l’algoritmo che decide l’affidabilità fiscale di ognuno, andando a guardare il dichiarato degli ultimi 5 anni dando un voto (dall’8 in poi si è affidabili, dal 6 in giù si è oggetto di controlli preventivi). Ma anche l’algoritmo può sbagliare pensando che sia affidabile chi da sempre dichiara meno e svolge parte dell’attività in nero e che sia non affidabile chi, magari, per un anno si trova a dichiarare meno per qualsiasi motivazione (malattia, maternità, spese straordinarie, entrate inferiori a quelle degli anni precedenti).

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