Governo politico o tecnico? Questo il dilemma del Presidente Mattarella e del premier neo incaricato Draghi. Ecco la differenza tra le due tipologie di esecutivi.
Governo politico o tecnico, è su questa alternativa che si gioca il futuro del prossimo esecutivo. Tra i due governi vi è una differenza fondamentale: quello politico è composto da Presidente del consiglio, ministri e viceministri che appartengono alla classe politica e che sono espressione del partito/coalizione che ha ottenuto la maggioranza dei voti alle elezioni; invece il governo tecnico è formato da premier e ministri esperti di economia, statistica e altre branche scientifiche.
Almeno per ora, sembrerebbe che sia il Presidente Mattarella che il premier Draghi (che ha accettato l’incarico con riserva) propendano per un governo tecnico. Ma la partita è ancora aperta.
Nella conferenza stampa di oggi, il premier dimissionario Giuseppe Conte ha fatto appello per un governo politico, l’unico in grado di prendere le scelte giuste per il bene del Paese.
Cosa sono e qual è il migliore tra i due esecutivi? Spieghiamo la differenza.
Differenza tra governo politico e tecnico: ecco qual è
Le dimissioni di Conte e la crisi dell’esecutivo pongono una domanda cruciale: per affrontare i mesi a venire e risolvere l’emergenza Covid-19, è meglio un governo politico o tecnico?
Prima di prendere una posizione in merito, è opportuno capire che differenza c’è tra le due tipologie governative. Partiamo con ordine.
Di norma ogni governo è politico, dato che i suoi componenti sono espressione della maggioranza politica che è risultata vincitrice alle elezioni e che ha ottenuto il numero maggiore di seggi in parlamento. Il Presidente del consiglio nel governo politico può coincidere con il segretario del partito o essere un’altra figura ampiamente riconosciuta all’interno della maggioranza.
Il programma e la tabella di marcia dell’esecutivo politico ricalca i principi, gli ideali e gli obiettivi del partito o dei partiti che rappresenta.
Ed ora passiamo al governo tecnico. Come indica il nome stesso, un esecutivo si dice “tecnico” quando i suoi componenti, premier incluso, non rappresentano la volontà dei partiti di maggioranza ma sono personalità con competenze tecniche, soprattutto in materia di economia, finanza pubblica e statistica, spesso di fama internazionale.
Il loro incarico serve a risolvere situazioni emergenziali, ad esempio la crisi finanziaria che ha richiesto l’intervento di Mario Monti come premier nel 2011. Allo stesso modo, c’è chi ritiene che per risollevare l’economia del Paese dai danni economici causati dal Covid-19, occorra una squadra al governo che non faccia gli interessi di nessun partito ma che, al contrario, guardi soltanto alla finanza pubblica e agli ammortizzatori sociali necessari.
Simili al governo tecnico sono anche il governo istituzionale e di scopo, accomunati dal fatto che i loro componenti non appartengono a nessun partito o fazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA