Ingenti vendite sul Gruppo La Doria dopo la chiusura di venerdì scorso a +10%, mentre la società conferma la trattativa per la vendita della maggioranza.
Pesanti vendite su La Doria, gruppo campano delle conserve e dei legumi quotato sul segmento Star di Piazza Affari. Le azioni della società arrivano a cedere oltre il 12% a metà seduta odierna (a 17 euro), dopo la spumeggiante chiusura di venerdì scorso, quando aveva messo a segno un +10%.
La forte volatilità del titolo era iniziata a fine settimana con il susseguirsi di voci circa l’esistenza di una trattativa con Investimndustrial per la cessione di una quota del capitale. I rumor avevano spinto il cda a emettere un comunicato in cui si sottolineava che si trattavano solo di indiscrezioni, mentre niente era ancora stato deciso.
I dettagli diffusi oggi, però, attiravano la delusione sul prezzo di vendite, scatenando le vendite sul titolo del gruppo.
La maggioranza di La Doria passa di mano?
Oggi il cda comunicava che il patto di sindacato di La Doria, comprendente una partecipazione societaria del 63%, è impegnata in una trattativa con Investindustrial Investment Holdings S.a.r.l. per la cessione della sua quota a 16,50 euro per azione, con successiva OPA totalitaria al medesimo prezzo, quotazione inferiore a quella attuale, quindi deludente soprattutto per chi aveva acquistato venerdì sopra i 19 euro.
Il cda della società ha informato, inoltre, della concessione a Investindustrial di un’esclusiva fino al 20 ottobre, data entro la quale si prevede la sottoscrizione degli accordi di natura vincolante relativamente all’operazione.
Il trasferimento, aggiungono, è soggetto all’ottenimento delle usuali autorizzazioni di natura regolamentare (Antitrust e Golden Power) e nel post-operazione è previsto il coinvolgimento di alcuni dei soci venditori nella gestione del gruppo.
L’operazione “garantirebbe una grande opportunità per la società ed i suoi dipendenti con una nuova fase tutta improntata alla crescita ulteriore”, dichiarava in una nota Antonio Ferraioli, uno degli attuali soci riuniti nel patto di sindacato e presidente di La Doria, auspicando una chiusura degli accordi con Investindustrial “entro il periodo di esclusiva o comunque a breve”.
L’ennesimo delisting a Piazza Affari
Il gruppo La Doria ha chiuso il primo semestre 2021 con ricavi di 423,8 milioni di euro e profitti pari a 21 milioni di euro, mentre nel 2020 aveva visto il fatturato arrivare a 828,1 milioni e il margine operativo era di 83,1 milioni.
Nel primo giro di ricognizione della trattativa per la cessione aveva visto Investindustrial protagonista della valutazione più interessante: un multiplo di oltre 15 volte gli utili che, tenendo conto dei debiti, riconosce alla società un valore d’impresa di superiore a 700 milioni (di cui 140 milioni di debiti).
Qualora la famiglia Ferraioli, controllante del gruppo, dovesse valutare interessante la proposta di Invesitndustrial (che è assistita da Chiomenti nell’operazione), ci sarebbe un passaggio di controllo e quindi il lancio di un’Opa obbligatoria alle stesse condizioni.
Il successo dell’Opa porterebbe al delisting di La Doria, quotata a Piazza Affari dal 1995, rappresentando l’ennesima uscita di scena dalla borsa di Milano a cavallo della pandemia, dopo quelle di Ubi Banca, Creval, Carraro, Panariagroup e Guala, mentre si attendono quelli di Retelit e Cerved.
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