Open Society, fondazione filantropica di George Soros, licenzia il 40% dei suoi dipendenti

Flavia Provenzani

6 Luglio 2023 - 10:30

La fondazione di George Soros licenzia il 40% del personale. Il figlio Alexander ha preso le redini dell’impero multimiliardario da un solo mese.

Open Society, fondazione filantropica di George Soros, licenzia il 40% dei suoi dipendenti

La fondazione filantropica di George Soros sta per dimezzare la sua forza lavoro, a poche settimane dall’insediamento del figlio alla guida dell’impero multimiliardario.

Fondata da Soros nel 1979, Open Society Foundations la scorsa settimana ha annunciato l’arrivo di «cambiamenti significativi» al proprio modello operativo da qui ai prossimi mesi. Risale a un mese fa la presa del controllo completo della fondazione da parte di Alexander Soros, quarto figlio del filantropo miliardario che già a dicembre era stato nominato presidente del consiglio di amministrazione.

Nelle mani di Alexander Soros, 37 anni, vi è la gestione di milioni di dollari. Sotto la Open Society Foundations, infatti, passa il controllo della maggior parte degli asset sotto la gestione del miliardario, oltre alle milionarie donazioni in diversi campi. Ma anche scelte difficili, come licenziare quasi la metà del suo personale.

«Il consiglio ha ordinato alla dirigenza senior di Open Society di procedere con il lavoro necessario per implementare questo nuovo approccio in conformità con i requisiti e gli obblighi locali nei confronti dei nostri dipendenti e rappresentanti»,

ha affermato un portavoce, che ha poi aggiunto:

«Prevediamo che l’implementazione del nuovo modello proposto comporterebbe un’ulteriore razionalizzazione della nostra attuale organizzazione, una riprogettazione e una riconversione delle nostre operazioni esistenti e una sostanziale riduzione dell’organico di non meno del 40% a livello globale».

La fondazione di Soros, oggi, dà impiego a circa 800 persone, di conseguenza si attendono non meno di 320 licenziamenti, come parte di una strategia aziendale volta a «contrastare le forze che attualmente minacciano la società».

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