Nella Rust Belt russa gli affari vanno a gonfie vele a causa della guerra in Ucraina. Le aree economicamente più depresse del Paese stanno attraversando un periodo d’oro.
Abbiamo parlato dei grandi imprenditori russi che si stanno arricchendo grazie alla guerra in Ucraina e alla Putinomics adottata dal Cremlino per adattare il Paese al nuovo contesto internazionale, fatto di sanzioni e partner alternativi rispetto ai tradizionali Paesi europei.
C’è però un’altra tendenza, sempre collegata al conflitto che si sta combattendo tra Kiev e Mosca, che vale la pena sottolineare. Riguarda l’inaspettata rinascita della produzione in alcune tra le aree economicamente più depresse della Russia.
Nella Rust Belt russa - un’espressione traducibile con «cintura della ruggine» e riferita ad aree interessate a fenomeni come il declino economico, lo spopolamento e il decadimento urbano dovuti alla contrazione del settore industriale - gli affari vanno a gonfie vele. Il Financial Times, per esempio, ha acceso i riflettori sulla Ciuvascia, nella Russia centrale, una regione che ospita 1,2 milioni di persone e dove le fabbriche di epoca sovietica sono state ripristinate e oggi lavorano 24 ore su 24 per rifornire l’esercito al fronte. [...]
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