Già alcune banche come HSBC stanno obbedendo agli ordini di Pechino di bloccare l’accesso agli asset degli abitanti di Hong Kong.
Il 14 aprile scorso, un editoriale del Wall Street Journal ha sottolineato che il governo di Hong Kong avrebbe preso “in ostaggio” i fondi pensione di circa 96.000 “Hong Kongers” che si sono trasferiti nel Regno Unito. La circostanza è stata confermata anche da una ricerca condotta dall’associazione Hong Kong Watch che ha definito la decisione come un cinico atto di deterrenza finanziaria e di vendetta.
In tempi normali la negazione dell’accesso ai risparmi pensionistici per un totale di oltre 2,5 miliardi di dollari, in uno dei centri finanziari globali, dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per gli investitori internazionali, ma la sottomissione delle banche occidentali nel bloccare questi asset pensionistici è ancora più preoccupante. Ciò sottolinea un problema ben più grave per queste istituzioni finanziarie; cosa accadrebbe se dovessero affrontare pressioni simili, ad esempio per sequestrare beni in caso di sanzioni contro la Cina o di conflitto nello Stretto di Taiwan?
Banca HSBC potrebbe essere un “case study”. [...]
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