Lavoro, in Italia aumentano gli occupati: ma non ci sono solo buone notizie

Giorgia Bonamoneta

15/09/2022

L’ultimo report dell’Istat sul mercato del lavoro ha registrato una crescita dell’occupazione in Italia, ma i giovani rimangono una categoria precaria. Ecco perché.

Lavoro, in Italia aumentano gli occupati: ma non ci sono solo buone notizie

L’ultimo report dell’Istat sul mercato del lavoro registra una crescita degli occupati in Italia. Si tratta di un aumento di +175.000 posizioni rispetto al primo trimestre del 2022. L’aumento degli occupati si aggira intorno al +0,8%, mentre parallelamente diminuiscono i disoccupati del -4,6% e il numero degli inattivi del -0,9%.

I nuovi dati Istat, secondo Maria Cristina Rosaria Pisani, presidente del Consiglio Nazionale Giovani, evidenziano una crescita del lavoro precario rispetto al secondo semestre del 2021. Infatti, il 31,5% del giovani svolge oggi un lavoro a tempo determinato, aumentando il loro senso di incertezza. Seppure il numero degli occupati è aumentato, si tratta di una timida ripresa inferiore a un dato considerabile di recupero rispetto al periodo pre-crisi.

Da qui la necessità, conclude Pisani, di mettere al centro dell’agenza del Paese azioni concrete per creare un’occupazione stabile e di qualità. A preoccupare infatti non è solo il tasso di occupazione giovanile, ma anche la retribuzione mensile che rimane inferiore a 1.000€ e non permette agli under 30 di lasciare casa come accade nel resto dei Paesi europei (media di uscita 24 anni).

Lavoro, aumentano gli occupati: i dati Istat

L’andamento dell’occupazione in Italia, come accade regolarmente in estate, è in amento. Crescono infatti gli occupati secondo l’ultimo report trimestrale dell’Istat, che analizza il mercato del lavoro e ne segue le dinamiche di ascesa e discesa. L’occupazione generale aumenta di +0,5 punti, raggiungendo così il 60,2% del totale. Di conseguenza scendono disoccupazione e inattività. In ogni caso, nel trimestre analizzato il mese di luglio rappresenta il periodo peggiore, dove si segnala un lieve diminuzione del numero di occupati che in percentuale è uguale al -0,1%, ma nel totale rappresenta -22.000 unità occupate.

A livello annuale però è segnalato un generale aumento dell’occupazione, equivalente a +677.000 unità, che cerca di recuperare la soglia di disoccupazione cresciuta nella fase dell’epidemia e in generale nella crisi del mercato di oltre un decennio.

Lavoro e giovani: cosa dice il report

Se per gli over 35 aumentano i posti di lavoro e diminuiscono i disoccupati, per i giovani la chiave di lettura è diversa. Questo perché le assunzioni degli under 35 hanno sì visto un aumento, arrivando a toccare il 44,2%, ma la maggior parte di queste sono a termine. Infatti il 31,5% si basa su contratti a tempo determinato o part-time, stagionale e simili.

Questa instabilità del settore del lavoro per i giovani determina una generale insicurezza, che penetra il mercato e abbassa la capacità d’acquisto dei giovani. Il 13% degli occupati tra i 15 e i 35 anni crede infatti che perderà il lavoro nel giro di pochi mesi, circa 6 mesi, non permettendo loro di uscire fuori dall’ambiente familiare. A questa condizione si deve unire anche quella della retribuzione, che non supera i 1.000€ mensili per il 46% dei lavoratori giovani.

Maria Cristina Rosaria Pisani lancia l’allarme:

«La timida ripresa dell’occupazione giovanile osservata negli ultimi trimestri non ha inoltre permesso di tornare ai livelli occupazionali osservati nella prima metà degli anni duemila, con un calo di oltre 2 milioni gli occupati giovani in meno rispetto al secondo trimestre del 2004. Questi numeri sono l’ennesima testimonianza dell’urgenza di mettere al centro dell’agenda del Paese azioni concrete per creare un’ occupazione stabile e di qualità, fornendo risposte strutturali alle generazioni che più di tutte hanno pagato a caro prezzo la pandemia e le trasformazioni in corso del mercato del lavoro».

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