Cosa succederà nel mondo nel 2025? Ecco le previsioni dell’AI su economia, politica e società.
Con l’anno che si avvia verso la conclusione, cresce il desiderio di immaginare il futuro. «Cosa ci riserverà il 2025?»
Per esplorare quali siano le previsioni, abbiamo deciso di rivolgerci alla intelligenza artificiale generativa, chiedendole di interpretare le informazioni custodite nel suo vastissimo database per provare a delineare scenari e tendenze del prossimo anno.
Perché interpellare proprio l’AI? Per curiosità in primis, ma interviene anche un aspetto più analitico: verificare la sua capacità di combinare dati storici con modelli emergenti per identificare tendenze che potrebbero realmente concretizzarsi.
Può l’intelligenza artificiale, grazie alla sua potenza di calcolo e alla sua capacità di analisi predittiva, offrirci una visione affidabile del futuro? Questa sfida rappresenta un’occasione per testare i limiti e le potenzialità di questa tecnologia rivoluzionaria.
Oltre a un esperimento intellettuale, l’interrogazione dell’AI è anche un’opportunità per riflettere sul nostro presente: le risposte che riceviamo sono lo specchio di ciò che l’umanità sta producendo, inventando e temendo. Sarà davvero possibile identificare tendenze capaci di influenzare il nostro mondo nel breve termine?
Cosa succederà nel mondo nel 2025, secondo l’intelligenza artificiale
Secondo l’intelligenza artificiale, l’economia globale continuerà a navigare tra le conseguenze della pandemia, l’inflazione post-crisi e le tensioni geopolitiche.
Se da una parte Paesi come gli Stati Uniti e i membri dell’Unione Europea potrebbero assistere a una moderata crescita economica compresa tra il 2% e il 3%, le economie emergenti in Asia, guidate da India e Vietnam, potrebbero registrare un innalzamento del PIL superiore al 6%.
La Cina, da canto suo, si troverà ancora a gestire il rallentamento strutturale esacerbatosi nel corso del 2024, dovuto a una popolazione in rapido invecchiamento e alle tensioni commerciali con l’Occidente, acuitesi dopo la vittoria di Trump alla Casa Bianca.
L’Italia, nello specifico, faticherà a mantenere una crescita superiore all’1% secondo l’AI, colpa della “mancanza cronica di investimenti” e dalle difficoltà legate alla gestione del PNRR, che non hanno permesso un’ottimizzazione reale dell’enorme liquidità a cui abbiamo avuto accesso nel post-Covid.
Eppure, settori come il turismo e l’export agroalimentare potrebbero continuare a crescere (ma occhio ai dazi trumpiani), offrendo un contributo positivo all’economia tutta. Sul fronte energetico - spera l’AI - il 2025 potrebbe essere l’anno in cui l’Italia finalmente spingerà in modo significativo sulle rinnovabili, ma con ritardi rispetto agli obiettivi fissati a livello europeo.
Non mancano poi le lodi a se stessa: secondo l’intelligenza artificiale la rivoluzione dell’AI e dell’automazione comincerà a mostrare degli effetti tangibili: milioni di posti di lavoro “tradizionali” saranno messi a rischio, ma emergeranno al contempo nuove opportunità in settori come la robotica, la biotecnologia e la gestione dei dati.
Il 2025 sarà un anno in cui le disuguaglianze sociali potrebbero accentuarsi ulteriormente. Nei Paesi sviluppati, anche il prossimo anno la classe media si troverà sotto pressione a causa dell’aumento del costo della vita e della precarizzazione del lavoro. E l’Italia non farà eccezione. I giovani continueranno a migrare verso il Nord Europa in cerca di opportunità lavorative, lasciando le Regioni meridionali a rischio di spopolamento.
Parallelamente, si assisterà a una maggiore frammentazione sociale. La polarizzazione ideologica, alimentata da social media e disinformazione, potrebbe raggiungere livelli pericolosi secondo l’AI. I movimenti di protesta, sia online che offline, diventeranno più frequenti, e nuove forme di attivismo digitale metteranno in discussione le strutture di potere tradizionali.
Sul fronte demografico, il calo delle nascite in Europa e in Italia continuerà a persistere e a destare preoccupazione. La popolazione anziana, in crescita, aumenterà la pressione sulla tenuta dei sistemi di welfare, spingendo molti governi a procedere, spalle al muro, con delle riforme impopolari.
Negli Stati Uniti, il 2025 determinerà la direzione della prima economia mondiale, con relativo impatto sulle divisioni interne e sulle relazioni internazionali. La rivalità tra USA e Cina continuerà a definire il panorama geopolitico, l’Indo-Pacifico rimarrà una regione calda, con più militarizzazione e incidenti diplomatici, mentre la Russia, solo parzialmente indebolita dalle sanzioni e da difficoltà economiche interne, manterrà la sua influenza in Europa orientale e nel Medio Oriente.
A livello globale, nuove alleanze tra potenze emergenti come Brasile, Sudafrica e Indonesia potrebbero sfidare il tradizionale dominio delle potenze occidentali, spiega ancora l’AI.
Il cambiamento climatico giocherà un ruolo sempre più centrale nella geopolitica. Le risorse idriche diventeranno un punto di contesa, specialmente in regioni come l’Africa e il Medio Oriente. Allo stesso tempo, il verificarsi di eventi climatici estremi costringeranno milioni di persone a migrare, aumentando la pressione sui confini europei e americani.
Il 2025, conclude l’intelligenza artificiale, sarà un anno di transizione, il mondo si troverà a un bivio.
Solo il tempo ci dirà se l’AI ha ragione. Ma con il suo approccio politicamente corretto è difficile pensare che abbia torto su tutta la linea.
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