Nonostante il calo delle vetture ritenute più inquinanti, in Italia crescono i grammi di CO2 per chilometro rilasciati dai modelli di nuova immatricolazione.
In Italia si vendono sempre meno auto diesel, eppure le emissioni medie di CO2 dei nuovi modelli, invece di diminuire, stanno aumentando. Quello che all’inizio potrebbe sembrare un paradosso è in realtà l’effetto combinato di un passaggio all’elettrico che procede lentissimo e di una decisa risalita delle immatricolazioni dei modelli a benzina.
In altre parole, le auto a gasolio, ritenute più inquinanti, stanno cedendo il passo soprattutto a quelle a benzina o ibride e sono sostituite solo in minima parte da quelle elettriche. Come se non bastasse, è in corso un calo drastico delle rottamazioni. Così il parco circolante italiano fatica a rinnovarsi con vetture a minor impatto ambientale, anche perché in molti stanno preferendo continuare a usare i vecchi modelli (più inquinanti).
Secondo uno studio della società di consulenza Bain & Company basati su dati Unrae (l’associazione italiana delle case auto estere), era a gasolio il 57% delle auto immatricolate in Italia nel 2016. In quell’anno il livello medio di emissioni di CO2 per le vetture di nuova immatricolazione era stato di 112,7 grammi per chilometro. Nel 2021 la quota di auto diesel immatricolate è scesa drasticamente al 23%, anche se il livello medio di emissioni di CO2 è salito a 119,7 g/km. Stando all’ultimo aggiornamento, solo il 15% delle auto immatricolate in Italia da gennaio a marzo 2024 è stato un diesel; tuttavia, le emissioni medie di CO2 delle vetture immatricolate in questi tre mesi sono arrivate a 121,1 g/km. [...]
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