Visti i desideri del governo tra riforma fiscale e salario minimo, la prossima legge di Bilancio avrà un costo di almeno 50 miliardi: verrà finanziata con il taglio a detrazioni, agli 80 euro, con un condono e in parte in deficit Europa permettendo.
Se il percorso che ha portato all’approvazione della manovra 2019 è stato tortuoso e pieno di tensioni con Bruxelles, quello della legge di Bilancio 2020 potrebbe essere un autentico thriller dal finale al momento impossibile da pronosticare.
Considerando le misure che Lega (riforma fiscale) e Movimento 5 Stelle (salario minimo) hanno intenzione di inserire, viste le clausole di salvaguardia pendenti e tutte le spese varie già da mettere in conto la portata della legge di Bilancio 2020 non potrà essere inferiore ai 50 miliardi.
Una cifra enorme e probabilmente da record per il nostro paese, tanto che di conseguenza non mancano gli interrogativi sulle coperture necessarie che il governo gialloverde dovrà trovare per sostenere il costo di una manovra del genere.
Anche se finora sono state rilasciate solo indiscrezioni pronunciate a mezza bocca, si può già capire in quali settori la maggioranza carioca intende fare cassa: la voce maggiore dovrebbe essere l’addio agli 80 euro del bonus Renzi, ma anche tagli ad alcune detrazioni, un probabile condono e l’immancabile spending review.
Legge di Bilancio 2020 da 50 miliardi
Prima di snocciolare i numeri che potrebbero interessare la legge di Bilancio 2020, bisogna fare una dovuta precisazione: tutte le velleità da parte del governo di una manovra comunque espansiva si potranno verificare, anche qui il condizionale è d’obbligo, soltanto se l’Italia riuscirà a evitare la procedura d’infrazione.
Se i gialloverdi quindi dovessero riuscire a convincere l’Europa facendo cestinare la procedura di infrazione attualmente al vaglio dell’Unione, stando alle loro intenzioni la prossima manovra avrà un costo di almeno 50 miliardi.
Considerando che la Lega vuole inserire a tutti i costi la riforma fiscale (tassazione al 15% per i redditi fino ai 50.000 euro), mentre il Movimento 5 Stelle non molla sul salario minimo e il taglio del cuneo fiscale, sommando anche le spese già previste i conti sono presto fatti.
- Sterilizzazione clausole di salvaguardia pendenti - 23 miliardi
- Riforma fiscale - 15 miliardi
- Correzione del deficit previsto per il 2019 - 6 miliardi
- Spese indifferibili - 3 miliardi
- Altre misure (salario minimo, taglio cuneo fiscale etc..) - 3 miliardi
Queste stime sono tutte prudenti, visto che facilmente il conto delle altre misure andrà a salire e che per correggere il deficit serviranno più di 6 miliardi, ma anche così il totale arriva a 50 miliardi tondi.
Le coperture
Dalla parte della bilancia delle coperture al momento ci sono però molte meno certezze. Matteo Salvini da giorni ripete che la Lega ha trovato i fondi per la riforma fiscale, ma al momento non ha aggiunto neanche un numero o una voce.
L’addio agli 80 euro del bonus Renzi, che costano 10 miliardi l’anno, ormai appare una cosa scontata. A riguardo è stato molto chiaro il viceministro Massimo Garavaglia: “Invece di avere scritto sul cedolino 80 euro avrai meno tasse per 80 euro. Il bonus si trasforma da spesa a riduzione di imposte, migliorando il bilancio dello Stato”.
Ci sono poi circa 5 miliardi delle minori spese per il Reddito di Cittadinanza e per la Quota 100, con altrettanti soldi che dovrebbero essere garantiti dalla revisione di diverse detrazioni che verranno tagliate.
Un tesoretto che non dovrebbe essere inferiore agli 8 miliardi potrebbe arrivare dalla immancabile spending review e dalle maggiori entrate fiscali, ma a riguardo sarebbe necessario inserire anche un condono come non smentito negli ultimi giorni dal Carroccio.
Stando a tutte queste voci, al momento le coperture per la legge di Bilancio 2020 arriverebbero a circa 30 miliardi. Difficile pensare che l’Europa possa concedere fino a 20 miliardi flessibilità, al massimo potrebbe dare il suo assenso per la metà.
Resterebbero scoperti quindi 10 miliardi, che il Sole 24 Ore ipotizza potrebbero essere trovati con un parziale aumento dell’IVA, ipotesi questa che sarebbe al vaglio dei tecnici di Palazzo Tesoro ma che andrebbe a creare un problema politico a Lega e 5 Stelle.
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