Legge di Bilancio 2025: tasse, condoni e detrazioni, il governo a caccia di 24 miliardi

Alessandro Cipolla

12/08/2024

Prime indiscrezioni sulla legge di Bilancio 2025: al governo servono 24 miliardi per confermare le misure in scadenza, dalle tasse ai tagli alle detrazioni ecco come si farà cassa.

Legge di Bilancio 2025: tasse, condoni e detrazioni, il governo a caccia di 24 miliardi

La legge di Bilancio 2025 finora ha una sola certezza: il governo entro il prossimo 20 settembre dovrà rendere noto il piano strutturale di bilancio, ovvero il documento dove saranno indicate - in un orizzonte di quattro anni - le politiche di spesa, le relative coperture e le eventuali riforme che si intende realizzare.

Dopo tanto temporeggiare con mesi passati a lanciare la proverbiale palla in tribuna, il governo Meloni a settembre dovrà affrontare la dura realtà dei fatti: oltre ai 12 miliardi di tagli alla spesa pubblica da dover effettuare causa procedura di infrazione - un salasso che si ripeterà per sette anni -, c’è da imbastire una legge di Bilancio dove non si potrà più fare ricorso al debito per finanziare le varie misure.

Di conseguenza la legge di Bilancio 2025 con ogni probabilità sarà una fotocopia della precedente, con l’esecutivo che andrà a rifinanziare tutte le misure in scadenza a fine anno senza aggiungere niente di nuovo: non il massimo per una coalizione che in campagna elettorale aveva promesso varie riforme, dalle pensioni al fisco.

Se questa indiscrezione dovesse essere confermata, ma al momento non sembrerebbero esserci alternative, la legge di Bilancio 2025 dovrebbe avere un costo complessivo di circa 24 miliardi che, per non incorrere in una bocciatura da parte di Bruxelles, dovranno essere accompagnati da altrettante coperture credibili.

In questo scenario la domanda che da tempo starebbe tormentando i sonni del ministro Giancarlo Giorgetti è una sola: dove trovare questi benedetti 24 miliardi che serviranno a prorogare di un altro anno misure con il taglio al cuneo fiscale o il primo passo della riforma delle aliquote Irpef?

Paradossalmente una grossa mano al governo la starebbero dando le tasse - argomento da sempre tabù nel centrodestra -, visto che in questo 2024 il gettito fiscale sarebbe molto sopra le aspettative tanto che si parla di un autentico tesoretto a disposizione del Mef.

Legge di Bilancio 2025: il fisco salva il governo

Come detto salvo sorprese la legge di Bilancio 2025 dovrebbe essere molto simile a quella 2024 che, stando ai numeri del ministero dell’Economia, ha avuto un ammontare complessivo pari a 28 miliardi.

La spesa totale però nella prossima manovra dovrebbe essere inferiore: il Mef non vorrebbe andare oltre i 24 miliardi, ma in Parlamento l’immancabile assalto alla diligenza farà inevitabilmente lievitare il conto anche se Giorgia Meloni sembrerebbe essere intenzionata a riproporre il diktat dello scorso anno: zero emendamenti anche per la maggioranza.

Se un anno fa il grosso della legge di Bilancio è stato finanziato grazie al deficit, nel 2025 possono essere le tasse una sorta di Eldorado per il governo: l’aumento del gettito tributario infatti garantirebbe al Mef un tesoretto da 16 miliardi, anche se alcune stime si sono spinte fino a 20 miliardi.

Nei primi sei mesi del 2024 infatti le entrate hanno fatto registrare un +4,1% che, in soldoni, dovrebbe valere circa 10 miliardi in più. Il ministro Giorgetti però ancora non vuole parlare di tesoretto “aspettiamo, non si vince a 100 metri dalla meta”.

Dai condoni alle detrazioni: come il governo farà cassa

Se la spesa complessiva della legge di Bilancio 2025 sarà di 24 miliardi e se 16 miliardi saranno a disposizione del Mef grazie alle maggiori entrate fiscali, al governo a questo punto non resta che trovare circa 8 miliardi.

Un’impresa non facile senza aumentare le tasse oppure mettere in atto ulteriori tagli che si andrebbero ad aggiungere oltre a quelli draconiani - 12 miliardi l’anno - derivanti dalla procedura di infrazione che avremo sul groppone per i prossimi sette anni.

Tra le ipotesi al vaglio di via XX Settembre c’è l’immancabile spending review dei ministeri che dovrebbe portare in dote 2,5 miliardi. Altrettanti soldi poi dovrebbero arrivare dai tagli alle detrazioni fiscali.

Il resto poi potrebbe essere racimolato da nuovi condoni e sanatorie, anche se quelle messe in atto nel 2024 non hanno generato dal punto di vista delle entrate i risultati sperati stando agli ultimi dati che sono stati forniti.

Tanti soldi che serviranno solo a prorogare di un anno le misure in scadenza e, tra dodici mesi, il governo si ritroverà punto a capo: per le riforme e le misure strutturali si dovrà attendere e, probabilmente, non verrà mantenuto l’impegno di realizzare tutte le promesse fatte in campagna elettorale entro la fine della legislatura.

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