Forze Armate e Polizia, cosa c’è nella legge di Bilancio 2025? Ecco un’analisi delle misure più importanti.
Nel testo della legge di Bilancio 2025 ci sono alcune novità che riguardano da vicino anche il personale delle Forze Armate e di Polizia, specialmente per quanto riguarda il trattamento economico per il quale si procede stanziando risorse da utilizzare tanto per la contrattazione in corso quanto per quella del prossimo triennio (2025-2027).
Va anche detto che il ministero della Difesa, insieme alla Sanità, è uno dei pochi ministeri a non subire i tagli annunciati dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, complice ovviamente la situazione di emergenza internazionale che richiede la massima attenzione. Ecco perché non solo non ci sono tagli: il governo stanzia infatti ulteriori risorse che serviranno a finanziare le missioni internazionali come pure a rimodernare gli armamenti. Tutto in linea con le richieste che arrivano dagli organismi internazionali come la Nato che chiedono all’Italia di portare la spesa per la Difesa al 2% del Pil.
Se da una parte il governo sembra fare quanto deve per investire sull’infrastruttura Difesa, dall’altra non c’è soddisfazione per quanto fatto per la tutela del capitale umano. I sindacati lamentano infatti un trattamento di sfavore nei confronti del personale delle Forze Armate e di Polizia, tanto che si fatica ad arrivare a un accordo per il rinnovo di contratto 2022-2024 (che secondo le previsioni della vigilia avrebbe richiesto appena qualche settimana di confronto).
A tal proposito, vediamo nel dettaglio cosa prevede la legge di Bilancio 2025, e quanti soldi vengono stanziati, per le Forze dell’ordine.
Le risorse per la Difesa
Come dai calcoli effettuati dagli esperti de lavoce.info, Massimo Bordignon, Leonzio Rizzo e Riccardo Secomandi, confrontando i numeri del Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles con i numeri dell’articolato della manovra e gli stati di previsione dei ministeri, per quanto riguarda Difesa ed eventi calamitosi si passa da 2,19 a 4,83 miliardi.
Risorse che vanno a finanziare:
- Missioni internazionali: 1,27 miliardi aggiuntivi nel 2025 (totale 1,34 miliardi) e 1,57 miliardi a regime dal 2026, per missioni in Ucraina, Libano, Libia e Niger.
- Ammodernamento e rinnovamento armamenti: Incremento di 1,5 miliardi all’anno dal 2025, per un totale di 2,6 miliardi nel 2025, 2,8 miliardi nel 2026 e 3 miliardi nel 2027.
- Fondo per il rinnovamento dei mezzi della Marina: 136 milioni nel 2025, 214 milioni nel 2026, 112 milioni nel 2027, con l’obiettivo di arrivare a 1 miliardo l’anno.
- Innovazione del settore aerospazio, sicurezza e difesa: 932,4 milioni nel 2025, 1 miliardo nel 2026 e 1,2 miliardi nel 2027, per un totale di 2,9 miliardi nel 2025, 3 miliardi nel 2026 e 3,28 miliardi nel 2027.
- Programmi tecnologici per la difesa aerea: 430 milioni in più nel 2025 (totale 685,7 milioni) e oltre 400 milioni annui fino al 2039, inclusi i velivoli Eurofighter Typhoon.
- Programma Fremm (fregate): 325 milioni nel 2025 per la costruzione di fregate europee di nuova generazione.
- Contributi al settore marittimo: 157 milioni nel 2025, 192 milioni nel 2026, 245 milioni nel 2027, e 1 miliardo dal 2028 al 2039 per difesa marittima.
Nel complesso per i Fondi complessivi per difesa e sicurezza è previsto un incremento a 30,8 miliardi di euro nel 2025, stanziamenti mirano ad avvicinare l’obiettivo del 2% del Pil per la difesa, in linea con l’impegno preso dai Paesi Nato.
I soldi per il trattamento economico del personale
Se da una parte l’investimento per la Difesa risulta invidiabile, se non altro rispetto ai tagli diversamente effettuati ad altri ministeri (Sanità esclusa), per il personale in servizio nelle Forze Armate e di Polizia c’è poco.
In particolare sono tre le misure da segnalare:
- nel decreto Economico-Fiscale collegato alla Manovra, lo stanziamento per la remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario del personale delle Forze di Polizia e dei Vigili del Fuoco (escluse le Forze Armate) aumenta di 100 milioni di euro per il 2024 rispetto alla cifra già prevista a legislazione vigente;
- l’articolo 18 della legge di Bilancio 2025, invece, prevede che le risorse per i trattamenti economici accessori del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia saranno incrementate, con modalità stabilite nella contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2022-2024. Una parte del fondo previsto (55,3 milioni di euro) è destinata specificamente alle Forze armate (16,67 milioni di euro), alla Polizia di Stato (12,34 milioni), all’Arma dei Carabinieri (13,91 milioni), alla Guardia di Finanza (7,82 milioni) e alla Polizia Penitenziaria (4,56 milioni), per incrementare le risorse per i trattamenti accessori non fissi e non continuativi per il personale non dirigente.
- nel successivo articolo 19, invece, vengono stanziate le risorse per il prossimo rinnovo di contratto. Nel dettaglio, per il triennio 2025-2027, lo Stato stanzia complessivamente 1.755 milioni di euro per il 2025, 3.550 milioni per il 2026 e 5.550 milioni a partire dal 2027 per gli aumenti salariali del personale statale, con un’anticipazione del 0,6% sugli stipendi da aprile a giugno 2025 e dell’1% da luglio 2025. Gli oneri per le amministrazioni non statali saranno coperti dai rispettivi bilanci. Per il triennio 2028-2030, lo stanziamento sarà di 1.954 milioni nel 2028, 4.027 milioni nel 2029 e 6.112 milioni dal 2030.
Non dovrebbe invece applicarsi al personale delle Forze di Polizia (per le Forze Armate certamente no) il turnover al 75% per l’anno 2025 che la legge di Bilancio prevede per tutte le Pubbliche Amministrazioni. A darne anticipazione è il segretario generale del Sindacato autonomo della Polizia di Stato (Sap), Stefano Paoloni, precisando di aver avuto rassicurazioni dal governo riguardo al fatto che con il passaggio del testo della Manovra in Parlamento verrà approvato un emendamento con il quale si escludono espressamente le Forze Armate da questa eventualità.
Così come l’Esercito Italiano aspetta di sapere se, così come più volte richiesto dall’Associazione sindacale professionisti militari (Aspmi), verrà incluso nello stanziamento di 100 milioni di euro per la remunerazione degli straordinari. Un aspetto questo che potrebbe persino essere ragione di mancata firma del contratto, come spiegato dal segretario generale di Aspmi, Francesco Gentile, che durante l’ultimo confronto per il rinnovo di contratto ha chiesto, oltre alla cancellazione del compenso forfettario di guardia di 3 euro l’ora come pure un maggiore stanziamento per i compensi accessori (“quanto previsto dall’articolo 18 è appena sufficiente”), anche un tavolo di confronto sugli straordinari. I dati d’altronde non mentono: se si considerando solamente le ore di straordinario pagate, infatti, sono 10 milioni di ore per le Forze Armate e 26 milioni per le Forze di Polizia (dato aggiornato al 2021). “È come se non prestassero mai lavoro straordinario” spiega Gentile, il che ovviamente è quanto più distante dalla realtà dei fatti.
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