L’Ucraina ha bisogno di supporto per proteggersi dagli attacchi di droni e missili: ecco le risposte dell’Occidente.
Per proteggere i suoi cieli da droni e missili lanciati dalle forze russe, l’Ucraina ha bisogno di un pieno supporto da parte dell’Occidente. La strategia russa, in questi mesi di stallo, si è concentrata sul colpire dall’alto le città e le infrastrutture strategiche su tutto il territorio ucraino per paralizzare la resistenza e costringere il governo nemico a trattare.
E per farlo, ha iniziato a usare non solo le armi prodotte dalla propria industria bellica, ma anche droni di fabbricazione iraniana. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky considera lo scudo antiaereo un elemento essenziale della propria strategia, al punto che sin dall’inizio della guerra preme sui leader del blocco euro-atlantico per inviare mezzi in grado di fermare i raid di Mosca.
Gli Stati Uniti e gli altri alleati della Nato hanno inviato già da alcuni mesi i loro sistemi: in particolare Iris-T, Nasams e Aspide. Ma adesso sia Kiev che i partner occidentali puntano a un miglioramento della capacità di difesa chiedendo altri due sistemi: i Patriot e i Samp-T. Per quanto riguarda il primo sistema, negli Stati Uniti sono sbarcati già un centinaio di soldati ucraini per essere addestrati al suo utilizzo. Sul secondo, si aspetta - tra le altre cose - l’approvazione da parte dell’Italia del nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina. Tuttavia, sia per quanto riguarda i Patriot che per i Samp-T pesano due incognite. Da un lato, fondamentali sono i tempi tecnici per addestrare le forze di Kiev, formate su altri tipi di sistemi e che normalmente avrebbero bisogno di molti mesi di “training”. Dall’altro lato, non va sottovalutato il dubbio posto da militari e osservatori sull’invio al fronte di sistemi costosi, sofisticati e che potrebbero lasciare sguarnite le difese dei cieli italiani ed europei.
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