Smentita dalla Regione Lombardia la notizia di un lockdown circoscritto: Fontana si scaglia contro il Governo per la chiusura di bar e cinema.
AGGIORNAMENTO ORE 12:27 - Il Governatore della Regione Lombardia ha appena smentito l’ipotesi del lockdown rilanciata questa mattina dal Messaggero. Fonti regionali, infatti, hanno appena dichiarato che non è assolutamente vero che si sta prendendo in considerazione l’ipotesi di un lockdown.
Nonostante la situazione difficile che sta vivendo il sistema sanitario regionale, quindi, per il momento non è in previsione una nuova serrata.
Anzi, in queste ore il Governatore della Lombardia si è anche scagliato contro le decisioni del Governo attuate con il nuovo DPCM. Nel dettaglio, Fontana ha dichiarato di avere dubbi riguardo alle “chiusure di chi ha fatto sforzi per mettersi in regola”, quali - ad esempio - teatri, cinema, bar e piscina.
Ragion per cui per il momento un lockdown in Lombardia non è in programma, come invece riportava Il Messaggero oggi (notizia che noi stessi abbiamo riportato spiegando le motivazioni per cui un lockdown in Lombardia poteva essere necessario).
Lockdown in Italia: dopo il passo indietro di De Luca in Campania, potrebbe essere la Lombardia la prima Regione d’Italia a decidere in favore della serrata. A questa potrebbe aggiungersi anche la Sardegna, dove da giorni si parla di un possibile “stop e go” rimandato però a dopo le elezioni.
E fa pensare come a chiudere potrebbe essere una Regione governata dalla Lega, con Salvini che nel frattempo si scaglia contro le decisioni attuate dal Governo con l’ultimo DPCM.
Fatto sta che in Lombardia la situazione appare ormai fuori controllo e solamente un lockdown totale potrebbe essere la soluzione per dare respiro al sistema sanitario regionale ormai vicino al collasso. Nella giornata di ieri sono stati 3.570 i contagiati in Lombardia, di cui 2.023 in provincia di Milano: una situazione che impone misure ancora più drastiche rispetto a quelle già previste dalle ultime ordinanze regionali, come ad esempio il coprifuoco alle 23:00 e le scuole superiori chiuse con la didattica a distanza al 100%.
Ecco allora che l’unica ipotesi possibile e su cui il Governatore Fontana sta riflettendo da giorni, è quella che riguarda un nuovo lockdown circoscritto alla Lombardia. D’altronde il Governatore non può restare sordo ai vari appelli che le strutture sanitarie stanno facendo in queste ore: l’ultimo - in ordine cronologico - è quello del reparto di Pneumologia del Sacco, dove raccontano di aver “esaurito i posti letto in sole 24 ore”.
La Lombardia sarà di nuovo zona rossa?
Come riportato da Il Messaggero, sono giorni che il Governatore della Lombardia, Attilio Fontana, si sta confrontando con le organizzazioni di categoria per definire i contorni di un secondo lockdown. Il documento è in lavorazione e si stanno rivelando utili i confronti avuti con Assolombarda, con la quale la Lombardia starebbe discutendo su quali processi produttivi sospendere in caso di secondo lockdown.
L’intenzione è quella di procedere alla sospensione di tutte le attività non essenziali, limitando gli spostamenti - per i quali servirebbe l’autocertificazione ad ogni ora - e chiudendo anche i negozi, salvo quelli che vendono beni essenziali.
Le indiscrezioni parlano di un lockdown che sarebbe di poche settimane, con la ripresa delle attività nel mese di dicembre così da non mettere a rischio il Natale. Una riduzione dei consumi nelle mensilità natalizie, infatti, sarebbe un duro colpo per l’economia della Regione.
Fontana, quindi, ci sta pensando e non è escluso che già oggi - dopo aver appreso i dati sui contagi delle ultime 24 ore - possa arrivare la decisione riguardo ad un nuovo lockdown, con la Lombardia che tornerebbe zona rossa con scuole chiuse e accessi ai confini controllati.
Perché in Lombardia serve un secondo lockdown
La curva della pandemia in Lombardia è ormai fuori controllo. La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che servono nuove restrizioni per contrastare una situazione in netto peggioramento. Come spiegato da Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive del Sacco, la situazione sta progredendo - in peggio - più rapidamente di quanto si poteva pensare. Per questo motivo servono interventi “davvero efficaci” al più presto.
Gli ospedali stanno di nuovo lavorando a ritmi serrati e specialmente a Milano la situazione si sta facendo preoccupante. Per questo motivo gli esperti - in attesa che la Regione Lombardia metta nero su bianco nuove restrizioni - consigliano di limitare i contatti sociali allo stretto indispensabile.
D’altronde, il coronavirus sta correndo: nella giornata di ieri il 16,7% dei tamponi effettuati è risultato positivo e attualmente ci sono 242 persone, solamente in Lombardia, ricoverate in terapia intensiva (a fronte di altri 2.459 ricoveri per COVID). 17 i decessi.
Un trend che la Regione, in accordo con il sindaco di Milano, vuole invertire al più presto decretando un secondo lockdown che tuttavia potrebbe avere effetti economici molto negativi sulla popolazione che già nella serata di ieri è scesa in piazza per manifestare contro le restrizioni introdotte dall’ultimo DPCM.
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