Con la fiducia al governo Conte 2 ancora da votare, un tema in particolare fa già litigare duramente la neonata maggioranza
Il tema della concessione ad Atlantia sarà uno dei primissimi nodi da sciogliere per la neonata alleanza fra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Sulla Stampa di oggi la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli ha escluso la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia, per cui i pentastellati si sono battuti dopo il crollo del ponte Morandi. Dopo l’intervista, il senatore 5S Mario Giarrusso ha detto che la fiducia al governo Conte 2 sarà votata solo se il PD avrà una posizione diversa.
Giarrusso, fiducia governo solo con revoca concessione Aspi
La squadra di ministri è pronta, ma la fiducia è ancora da votare per il nuovo governo giallorosso. E un tema in particolare potrebbe mettere già a rischio la l’accordo politico fra le due forze di maggioranza. Non è chiaro se il senatore pentastellato abbia parlato o meno a titolo personale, ma se altri colleghi di Movimento dovessero seguirlo il sostegno potrebbe non essere abbastanza.
Il 14 Agosto 2018, il viadotto sul Polcevera è parzialmente crollato causando oltre 40 vittime. Gli allora vicepremier Luigi Di Maio e ministro dei Trasporti Danilo Toninelli si erano scagliati contro la gestione di Aspi, che secondo i pentastellati non avrebbe effettuato la manutenzione che avrebbe evitato la tragedia.
Il governo si era quindi mosso per revocare la concessione ad Atlantia, compagnia della famiglia Benetton. Una posizione non condivisa dal Partito Democratico, con cui ora il Movimento 5 Stelle si ritrova al governo dopo lo strappo di Matteo Salvini.
M5S-PD, nodo Autostrade da sciogliere
“Darò la fiducia al governo Conte in base alla posizione che avrà il PD rispetto alle dichiarazioni fatte dal ministro De Micheli o se il ministro stesso chiarirà meglio”, ha detto Giarrusso. “La posizione del M5S è chiara: siamo per la revoca delle concessioni”, ha ribadito il senatore, aggiungendo poi: “Non diamo la fiducia se si inizia subito a martellare l’accordo”. Giarrusso ha poi ricordato che il Movimento ha “il 36% dei parlamentari e il PD il 18%, quindi serve umiltà”.
Resta dunque da capire quanti pentastellati sarebbero pronti a seguire il senatore, tenendo conto che Giuseppe Conte difficilmente avrebbe potuto affidare il Mit a una dem se una qualche forma di accordo su questo e altri nodi (come il TAV) non fosse già stato siglato fra Di Maio e Zingaretti.
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